“Con la presentazione in consiglio comunale della proposta di convenzione tra Cavriglia e San Giovanni, seguita ad una mozione unitaria che richiedeva alla giunta di costituire la comunità energetica ricercando l’accordo anche con i comuni vicini, prendiamo atto che l’unica strada possibile (o forse quella obbligata) è quella di consegnarci tra le braccia di quella che ormai è diventata la nostra ‘sorella’ maggiore: Cavriglia”.A prendere posizione sulle Comunità energetiche è il gruppo consiliare Liste civiche sangiovannesi.
“Non possiamo che prendere atto che la povertà politica e amministrativa (prima che economica) costringe la nostra comunità ad assumere il ruolo (con la benedizione dei soliti “facilitatori” che da anni fanno e disfano a San Giovanni e Cavriglia) di dependance. Nell’atto di costituzione della società che dovrà gestire la comunità energetica chiaramente non sono riportati quelli che potranno o meno essere i vantaggi sostanziali per i nostri cittadini né tantomeno se esistessero altre possibilità. Si tornerà ovviamente a calcare la mano sul ritornello che San Giovanni non ha territorio comunale a disposizione dimenticandosi però che si arriva addirittura ad ipotizzare nella convenzione la copertura di aree verdi a San Giovanni con i pannelli solari! Il problema energetico è serio e come tale dovrebbe essere affrontato”.
“E non possiamo non sottolineare che, a più riprese, abbiamo sottoposto alla cittadinanza ed alla amministrazione la possibilità di trovare soluzioni efficaci per rendere San Giovanni all’avanguardia nell’efficacia energetica. Dalla copertura dei tetti del nostro cimitero comunale con i pannelli solari (progetto sottoposto ormai già 20 anni fa all’allora amministrazione) fino alla copertura degli edifici pubblici (sedi istituzionali, palestre e scuole con pannelli solari) dalla più recente proposta in ordine all’installazione di pannelli fotovoltaici e fonoassorbenti lungo l’asse autostradale che attraversa il territorio comunale (che se legata alla mitigazione del disagio per la costruzione della terza corsia come avevamo richiesto avrebbe avuto un costo pari a zero!) fino all’installazione di turbine idroelettriche lungo il corso dell’Arno come sta avvenendo già in altre realtà della città metropolitana di Firenze. Lo abbiamo detto all’inizio: paghiamo una povertà politica ed amministrativa ormai evidente, ed anche sul nostro futuro energetico peserà non poco la miopia che ne deriva”.