Il Consiglio regionale ha approvato l’estensione della vaccinazione ai volontari del 118, ma la Regione non ha ancora reso operativa la decisione. E quindi i volontari ancora attendono: “Da febbraio abbiamo comunicato la lista dei soccorritori che vorrebbero vaccinarsi, e invece ancora nulla. Siamo stanchi di questi rimandi irresponsabili”
Alzano la voce i volontari della rete del 118 di tutta la Toscana, per via della mancata estensione della vaccinazione gratuita anti-meningococco. In Valdarno la protesta parte da Faella, dove il Governatore della Misericordia, Giancarlo Guivizzani, ha firmato una lettera in cui chiede che si dia finalmente attuazione a quanto previsto e promesso.
I volontari del 118 toscani, infatti, avrebbero dovuto avere accesso gratuito alla vaccinazione (a prescindere dall'età e dalla zona di residenza), grazie a una mozione presentata da Mugnai a febbraio e approvata all'unanimità. Ma da allora non è mai stata resa operativa dalla giunta regionale, e quindi le vaccinazioni non sono state somministrate ai volontari che ne avrebbero invece fatto richiesta.
"Denunciamo con grave preoccupazione la mancata vaccinazione – si legge nella lettera del Governatore della Misericordia di Faella – non vogliamo creare allarmismi, né sottovalutare quanto le istituzioni sanitarie elargiscono in favore dei cittadini toscani, ma nel caso delle vaccinazioni antimeningococco C, i soccorritori sanitari e sociali facenti parte dei volontari delle misericordie, sono e si sentono umiliati da promesse ancora non mantenute".
Guivizzani spiega che fin da febbraio 2016 da Faella sono stati compilati gli elenchi dei volontari che vorrebbero vaccinarsi, eppure ancora nulla: "Il ritardo già evidente non è da addebitare a noi. A inizio aprile un comunicato della Federazione Toscana Misericordie ci aveva informato sull'imminente somministrazione dei vaccini, ma ad oggi niente di fatto".
"Chi opera ogni giorno a fianco e con i volontari soccorritori, sa bene cosa succede se viene richiesto un trasporto sanitario verso un reparto infettivi! Le telefonate per rassicurare sono molteplici e poco rassicuranti, ogni giorno veniamo informati sui casi sospetti e non, il clima di preoccupazione è alto e non trascurabile. La nostra appartenenza alla Misericordia indica ad ognuno di noi di chiamarsi "Confratelli", ma considerato quanto è alto il rischio dei volontari è bene considerarli “Figli” e pensare seriamente alla loro salute. Siamo veramente stanchi di stare in attesa di comunicazioni al riguardo, sarebbe irresponsabile far conto sempre e comunque, sulla nostra disponibilità al servizio".