18, Novembre, 2024

“Un Orto nella Rete”: il progetto di Betadue e Snam in una giornata davanti all’impianto della Cicogna

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Mercoledì 23 settembre si terrà la mostra fotografica di Christian Sinibaldi e lo showcooking di Simone Rugiati all’impianto di compressione Snam di Terranuova. L’area di quattro ettari, di proprietà di Snam, è stata affidata in comodato d’uso gratuito alla Cooperativa Sociale Betadue di Arezzo, che l’ha coltivata impiegando persone socialmente svantaggiate

“Un Orto nella Rete”: mercoledì 23 settembre nello spazio verde davanti all'impianto di compressione del gas naturale Snam alla Cicogna di Terranuova si terranno una mostra fotografica di Christian Sinibaldi e lo showcooking di Simone Rugiati.

L’area di quattro ettari, di proprietà di Snam, si estende su circa un terzo dell’intera superficie occupata dall’impianto ed è stata affidata in comodato d’uso gratuito alla Cooperativa Sociale Betadue di Arezzo, che l’ha coltivata impiegando persone socialmente svantaggiate e destinando i prodotti alle mense degli asili del Valdarno.

Questa rete di solidarietà e integrazione sociale è stata ritratta nei mesi scorsi dal fotografo Christian Sinibaldi, collaboratore del Guardian e vincitore di numerosi premi internazionali. Oltre alla mostra fotografica, i visitatori potranno assistere a uno showcooking a cura dello chef toscano Simone Rugiati. La sua performance si concentrerà sui prodotti dell’orto targato Snam-Betadue, tra la dimostrazione pratica della preparazione dei piatti, con l’accostamento sapiente delle verdure, e l’aspetto divulgativo legato alla cultura alimentare. La giornata comprenderà anche un picnic nell’orto, un programma di animazione, giocoleria e musica per i più piccoli e una visita guidata all’impianto Snam.

L’agricoltura sociale è solo l’ultima tappa della cooperativa sociale Betadue, nata nel 1998 e che oggi occupa oltre 300 persone. “La nostra matrice – spiega il Presidente Gabriele Mecheri – è il lavoro per le persone svantaggiate. Donne e uomini con disabilità fisica o mentale che proprio nel lavoro hanno trovato la chiave per uscire dalla stanza della solitudine e dell’emarginazione. La crisi economica e sociale ha reso l’impegno di cooperative come la nostra ancora più difficile ma ci ha anche permesso di crescere sul piano della capacità progettuale e della creatività”.

“Il concetto di soggetto svantaggiato è ormai lontano da quello individuato dalla legge 381 e dalle normative successive.  Le cause dello ‘svantaggio’ non sono più soltanto la disabilità, la tossicodipendenza, il disagio psichico. Oggi abbiamo donne e uomini che hanno perso il lavoro e che sono considerati ‘anziani’ per il lavoro e ‘giovani’ per la pensione. Abbiamo persone con un’inadeguata formazione scolastica e professionale per le quali non ci sono porte che si aprono. Siamo in una fase in cui lo stato sociale tradizionalmente inteso deve essere rivisto. Betadue – conclude Gabriele Mecheri – è pronta a raccogliere la sfida”.

Nell'area verde di 3 ettari e mezzo vengono prodotti pomodori, cetrioli, melanzane, peperoni, in estate e cavolo, radicchio, finocchi, cardi, carciofi, bietole, in inverno.  Al lavoro 1 coordinatore e 3 soci con disagio psichico della cooperativa sociale Betadue. Fulvio: “Vivo in una casa famiglia a Terranuova, qui vicino. E coltivavo un piccolo orto. L’ho fatto per 3 anni. Non che fossi un esperto ma mio padre e mio zio avevano un orto e così qualcosa avevo imparato fin da piccolo. Qui è tutta un’altra cosa. Questo è veramente organizzato: piantiamo gli ortaggi in file ordinate, li irrighiamo con un impianto a goccia, li possiamo tenere costantemente sotto controllo. Se uno ha talento e ci mette impegno, è veramente meraviglioso guardar crescere un ortaggio. E’ bello vedere come crescono le piante che ho seminato: è una cosa che mi cattura”.

Daniele: “Questo è veramente un bel lavoro. E’ un posto calmo, mi permettere di stare nella natura, lontano dalla confusione. E poi vedo sempre cose nuove. Non avevo nessuna esperienza di coltivazione di un orto. E qui mi piace fare tutto. Con un’eccezione: tagliare l’erba. E con un piccolo problema: non mangio quello che semino e raccolgo. Ho smesso di mangiare verdure a 5 anni”. Alessio: “Mi trovo bene. Arriviamo alle 8 e lavoriamo per quatto ore. Mi piace molto raccattare le verdure. Questa è la prima volta che lavoro la terra ed è veramente una bella esperienza”.

Matteo Mammuccini  è il coordinatore delle attività: “Nemmeno io ero un esperto di orto. Avevo lavorato per 10 anni in un un’azienda agricola ma avevamo solo frutta e ulivi. Qui andiamo avanti passo dopo passo, maturando esperienza e professionalità. Gli inserimenti lavorativi che abbiamo fatto sono veramente positivi. Fulvio, Daniele e Alessio sono bravi e motivati. La nostra è davvero una squadra. I rapporti con i vicini di casa, cioè la Snam, sono ottimi. Non solo ci hanno messo a disposizione il terreno ma possiamo costantemente contare sulla loro collaborazione. Adesso chiudiamo il primo anno e pensiamo al futuro: sia su questi terreni che su altri”.

 

Articoli correlati