27, Dicembre, 2024

Taglio di una classe prima a San Biagio: docenti e genitori protestano. Il Sindaco: “Chiediamo di rivedere questa scelta”

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L’ufficio scolastico regionale taglia una classe prima alla scuola di San Biagio a Figline. Insegnanti, genitori, il sindaco Giulia Mugnai e l’assessore Francesca Farini protestano

Ha lasciato tutti increduli la decisione dell'ufficio scolastico regionale di tagliare una classe prima della scuola di San Biagio a Figline. Insegnanti e genitori protestano. Il sindaco Giulia Mugnai e l'assessore Francesca Farini li sostengonoe e chiedono che la decisione sia rivista.

“Siamo convinti che la riduzione di una classe primaria- dichiarano gli insegnanti del Comprensivo di Figline- sarebbe una perdita per l’intero territorio comunale, già duramente colpito in vari settori, da quello lavorativo a quello sanitario, e per questo auspichiamo l’intervento deciso delle istituzioni a difesa dei diritti dei bambini e delle famiglie, per i quali, ci duole dirlo, si spendono spesso molte parole che però non si realizzano in fatti concreti. La riduzione di una classe comporterà innanzitutto un aumento di alunni nelle altre classi, raggiungendo numeri che da più parti vengono ormai ritenuti inadeguati a un proficuo svolgimento della didattica e dell’apprendimento. La presenza sempre crescente di criticità e complessità nelle classi è incompatibile con gruppi numerosi di alunni ed è questo un aspetto che ci sta particolarmente a cuore, come insegnanti e come genitori".

Insegnanti e genitori sottolineano che già altre volte la scuola aveva registrato un numero contenuto di iscrizioni ma che sono sempre state mantenute le sette prime classi.

"Numeri come quelli delle prossime iscrizioni hanno fino ad ora permesso la formazione delle classi, perché allora proprio quest’anno è stata attuata la riduzione? La decisione è il frutto di un conteggio automatico e acritico, che pertanto varia di anno in anno? Come si concilia questa scelta con la rivendicata riqualificazione della scuola e le tante vituperate “classi pollaio” in questo periodo di emergenza covid? La perdita di una classe significa aumentare progressivamente il numero di alunni in tutte le altre classi: sempre più “classi pollaio”, difficilmente recuperabile nel futuro con progressive riduzioni a catena. Nel corso degli anni probabilmente saranno perse altre classi, se il criterio rimanesse quello burocratico-numerico: si tratterebbe di  perdita molto grave in un territorio grande come il Valdarno, che vede sempre nuovi arrivi e potenziali residenti dalla città, tale scelta produrrebbe mutamenti negativi irreversibili sul piano della didattica e dell’apprendimento. La perdita di equilibrio fra i 3 plessi grandi, faticosamente conquistato negli anni scorsi, porterebbe ad altre limitazioni sul piano didattico e sul piano organizzativo".

Il problema che docenti e genitori evidenziano non è soltanto quello del numero inadeguato a causa della diminuzione di una classe: "sono già state organizzate  quest’anno sia le attività didattiche sia le pratiche scolastiche quotidiane affinché fosse assicurata a tutti, alunni, docenti e collaboratori, la massima sicurezza, riuscendo ad ottenere risultati soddisfacenti. Volendo continuare a garantire le attività in presenza in modo continuativo è necessario tener presente che la capienza media delle nostre classi è di circa 23 alunni, requisito fondamentale che consenta il per mantenere le distanze richieste dalla situazione pandemica. Non dobbiamo dimenticare infine possibili nuovi ingressi di alunni, dato che il nostro territorio è storicamente soggetto a trasferimenti, che classi troppo numerose non permetterebbero di accogliere".

“Ci rivolgiamo quindi a tutte le componenti – affermano gli insegnanti -del mondo scolastico e alle Istituzioni del territorio, per chiedere alle autorità scolastiche regionali di rivedere la decisione pressa, in nome della coerenza con gli obiettivi dichiarati dal Ministero dell’Istruzione in merito al potenziamento della qualità, e alla salvaguardia della salute. Chiediamo con forza la presa in considerazione delle nostre preoccupazioni, preoccupazioni per lo svolgimento al meglio del nostro lavoro, per la serenità e lo star bene a scuola dei bambini, per la fiducia e l’aspettativa delle famiglie. Auspichiamo per questo l’intervento di tutte le componenti scolastiche e istituzionali del territorio per la riattivazione della classe eliminata dal nostro Istituto.”

Il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai raccoglie l'appello dei docenti e dei genitori: "La scelta dell’Ufficio scolastico regionale, che per il prossimo anno ha deciso di tagliare una classe prima sul plesso di San Biagio, ci ha colto di sorpresa perché va nella direzione opposta sia rispetto ai bisogni educativi degli studenti che a quanto raccomandano le misure di sicurezza e prevenzione del contagio. Dopo un anno e mezzo di scuola a intermittenza, con lunghi periodi di didattica a distanza che hanno acuito le fragilità dei bambini e dei ragazzi, c’è bisogno di una scuola che possa seguire da vicino i suoi alunni e che metta le insegnanti nelle condizioni di poterlo fare al meglio. Classi più numerose rendono invece più difficile sia il distanziamento interpersonale che la cura della relazione con gli studenti".

"Come Amministrazione, insieme all’assessore alla Scuola Francesca Farini, abbiamo già avuto la disponibilità per una riunione dall’assessore regionale all’Istruzione Alessandra Nardini e abbiamo richiesto formalmente un incontro allo stesso Ufficio scolastico regionale. Chiediamo con fermezza di rivedere questa scelta. Le stesse richieste le abbiamo motivate nella lettera inviata, con la Conferenza per l’educazione della zona Fiorentina sud-est, al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale. Accorpamenti delle classi come quello proposto per San Biagio purtroppo potranno verificarsi in tutta la Città metropolitana di Firenze, dove sono state tagliate oltre 50 classi per il prossimo anno scolastico. Per questo è importante mobilitarsi tutti insieme, a livello territoriale, e sostenere con un’unica voce le istanze dei dirigenti scolastici. Siamo al loro fianco, al fianco dei genitori e degli insegnanti dell’Istituto comprensivo che stanno portando avanti una battaglia giusta. In un momento così delicato non è possibile pensare a un depotenziamento della didattica".
 

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