I mesi di stop per l’adeguamento delle procedure alle prescrizioni dell’Aifa sono finiti ma gli ordini non sono tornati ai livelli precedenti. Poco lavoro e prospettive incerte per i 136 dipendenti. Cgil e Cisl mettono sul tavolo una serie di richieste nei confronti della proprietà: servono investimenti, in fretta. Prossima settimana un nuovo incontro con le istituzioni
I cancelli si sono riaperti, ma il lavoro non è ripartito, alla Sims di Reggello. Una delle vertenze più complicate e delicate degli ultimi mesi, dove a pesare, in realtà, non è stata la crisi economica, ma il mancato adeguamento degli impianti alle normative, che per mesi ha tenuto chiuso lo stabilimento del Filarone.
Da dicembre il via libera dell'Agenzia del Farmaco è stata la buona notizia che i 136 dipendenti aspettavano. Almeno sulla carta. Perché nella pratica, poi, in questi quattro mesi il lavoro non è ripartito ai livelli precedenti allo stop: i mesi di inattività del 2014 hanno pesato sui rapporti commerciali. Detto in altri termini, i clienti nel frattempo si sono rivolti altrove. E ora gli ordinativi faticano a decollare.
Per questo Cgil e Cisl definiscono incerte le prospettive dei lavoratori della Sims. "Da mesi i dipendenti vivono con l’ansia di chi non ha più certezze sul proprio futuro". Chiedono investimenti all'azienda, che su questo fronte ha aperto uno spiraglio di possibilità nei tavoli istituzionali che da settimane si rincorrono, in Regione. Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 15 aprile. Ed è proprio in vista di questo ulteriore incontro che Filctem Cgil e Femca Cisl mettono sul tavolo tutte le richieste.
"A maggio 2014, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha sospeso l’idoneità a produrre e a vendere per il mercato farmaceutico, ravvisando varie non conformità inerenti al ciclo produttivo. Ciò ha di fatto fermato la produzione fino al mese di dicembre 2014 in cui a Sims è stata nuovamente rilasciata la certificazione e la possibilità di produrre per il mercato", ricordano i rappresentanti sindacali. Sette mesi di stop alla produzione, un periodo lungo per conservare le commesse.
E infatti, scrivono Cgil e Cisl, "ora per recuperare i clienti serve un salto di qualità da parte degli impegni della proprietà. Fino ad oggi l’azienda, nei molteplici incontri su tavoli aziendali e istituzionali, non ha dato segnali sufficienti sulla consapevolezza della necessità di questo salto di qualità né sulla sufficiente volontà di realizzarlo. Solo al tavolo di crisi regionale di marzo 2015, per la prima volta, la proprietà ha dato la sua disponibilità ad un piano di investimenti. Ma la sua portata e il progetto industriale che lo dovrebbe ispirare, sono completamente condizionati a certezze che il mercato, in questa fase, non può garantire".
La mancanza di un piano industriale dettagliato e di un piano di rilancio sul mercato crea molta preoccupazione tra i lavoratori per l’incertezza sul futuro aziendale e occupazionale. Da qui le richieste di Filctem Cgil e Femca Cisl: "Informatizzare tutto il sistema tecnico produttivo e il processo di analisi e controllo; rafforzare la collaborazione con le multinazionali del settore farmaceutico; sviluppare una più nuova e incisiva politica commerciale, coadiuvata da un controllo di gestione in grado di garantire un equilibrio finanziario solido nel tempo; investire sullo sviluppo e produzione di nuove molecole; rivedere tutto il processo organizzativo e produttivo; trasformare in modo definitivo la SIMS da normale storica azienda chimica in nuova e propria azienda farmaceutica in grado di cogliere le nuove sfide del mercato".
Gli ordini, sottolineano i sindacati, arriveranno solo col passare dei mesi e solo se Sims riuscirà a dimostrare affidabilità e saprà adeguare il proprio processo produttivo su standard più qualificati. "E i lavoratori pagheranno ingiustamente le conseguenze di questi ritardi negli adeguamenti ancor più che in passato. Anche per questo si dovrà garantire loro il posto di lavoro: non sfugge a nessuno che il futuro di questo sito è strettamente connesso ai saperi e all’impegno delle sue maestranze. E questo connubio tra lavoro e stabilimento noi lo tuteleremo sopra ogni altra cosa perché è il valore più grande che quel sito produttivo esprime e che nessuna scelta aziendale potrà mettere a repentaglio".
Mercoledì 15 aprile si terrà il nuovo incontro in Regione. "Quella sarà per la proprietà l’ultima occasione per imboccare con decisione una strada che assicuri sviluppo al territorio e lavoro, reddito e futuro ai dipendenti. Sta all’azienda ridare fiducia con un progetto che rappresenti un impegno nuovo e una salto di qualità, una fiducia nel futuro che i lavoratori possano raccontare alle loro famiglie".