23, Novembre, 2024

Serristori, l’allarme dei Cobas: “Via anche la pediatria, ulteriore impoverimento per il pronto soccorso”

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La pediatria del Serristori sarebbe destinata al distretto territoriale, secondo quanto denunciano i rappresentanti dei lavoratori. “E così si rischia di perdere anche quell’enorme mole di lavoro, che comportava circa 1300 accessi di piccoli pazienti all’anno al pronto soccorso”, spiegano i Cobas. “L’obiettivo dell’Azienda sanitaria è un ospedale di prossimità, con smantellamento del pronto soccorso”

Sarebbe già sotto sfratto, la pediatria dell'Ospedale Serristori. Lo denunciano, ancora una volta, i Cobas, che parlano di un altro attacco al presidio e in particolare al pronto soccorso. Perché, fondamentalmente, è una questione di numeri: enormi, quelli della pediatria dell'ospedale figlinese, che portano con sé anche più di un migliaio di accessi, ogni anno, al pronto soccorso. Il rischio, secondo i rappresentanti dei lavoratori, è di perdere questi numeri, disincentivando le famiglie con i bambini piccoli dal rivolgersi al Serristori. 

La pediatria sarà spostata al distretto territoriale, spiegano i Cobas. "Uno sfratto con l’obiettivo, non tanto nascosto, di trasformare l’ospedale per acuti in un presidio di prossimità, decretando così l’avvio della chiusura del pronto soccorso. Sulla base delle attuali normative un pronto soccorso per essere definito tale deve essere in grado di rispondere, con le diverse specialistiche, alle emergenze in ingresso e ad una certa quantità di prestazioni. Ora, tolte le prestazioni chirurgiche, ortopediche, cardiologiche ed infine quelle pediatriche che cosa rimane del Pronto Soccorso? Un grande padiglione predisposto per la casa della salute". 

In pediatria arrivano bambini che passano dal pronto soccorso, al ritmo di circa 3 o 4 al giorno: "Come si evince dagli atti pubblici, la pediatria del Serristori nell’ultimo anno ha effettuato accessi dal pronto soccorso per più di 1300 piccoli pazienti, svolgendo contestualmente attività di Day Hospital e Day Service, attivando il percorso family, visite allergologiche e prick test, prelievi ematici esterni, visite pediatriche, visite neonatali ed ecografie anche, renali e addome: una mole impressionante di attività in un presidio reso precario dall'attuale gestione", attaccano i Cobas. 

"Il trasferimento è stato annunciato dal dottor Gori, attuale Direttore Generale della Asl Toscana Centro, e dal dottor Biagini della Direzione sanitaria in una recente riunione politica". E per i Cobas comporta conseguenze chiare, sulla scia di un percorso già tracciato: "Persegue il progetto di depauperamento dell’ospedale iniziato negli anni, mandando via i chirurghi e riducendo le attività operatorie di interventistica generale; rendendo i cardiologi attivi solo sulle 6h; gli ortopedici adibiti solo ad attività ambulatoriale e sporadicamente impegnati in interventistica, con la sottrazione degli anestesisti; il blocco degli ingressi dalla centrale operativa 118 con disagevoli trasferimenti notturni di pazienti in altri ospedali. L'espulsione della pediatria è solo l'ultimo in ordine di tempo, tra l'altro con la riduzione ad 1 solo professionista dove invece fino a tre anni fa ne lavoravano 3". 

"Qui – concludono i Cobas – non siamo più dentro nessuna logica di potenziamento, riqualificazione o applicazione del patto territoriale, ma solo brutalmente di riconversione e riduzione dei servizi sanitari ospedalieri, tanto è vero che si parla solo di ospedale di prossimità. E ora cosa racconteranno i Sindaci ai loro cittadini? E la mole degli investimenti annunciata dal patto territoriale dove è andata a finire? Come Rsu Cobas non permetteremo che tutto passi nel silenzio, anche se la gestione aziendale e gli stessi amministratori ce l’hanno messa tutta per screditare l’ospedale, cercando di convincere l’ignaro cittadino che è meglio chiuderlo per garantire il diritto alla salute nelle case di cura private dove i soldi vanno nelle tasche dei soliti noti". 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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