Dopo una settimana di disagi e disservizi, il portavoce del Comitato Valdarno Direttissima, Maurizio Da Re attacca: “Siamo indignati come pendolari. Ferrovie ci prende in giro e la Regione non ci tutela”. E punta il dito su inchini e ritardi: “Quanto assicurato nell’incontro di dieci giorni fa, smentito dai fatti”.
Dopo una settimana di disagi e disservizi (neve esclusa) per i pendolari del Valdarno interviene il portavoce del Comitato Valdarno Direttissima, Da Re, che attacca: "Siamo indignati perché quello che ci ha detto Trenitalia non è vero. I nostri treni, se puntuali, continuano a fare l'inchino e a non avere la precedenza sulle Frecce per l'ingresso in Direttissima. E la Regione fa finta di nulla". Il caso del treno 3152 Foligno-Firenze della scorsa settimana.
"All'ultimo incontro pubblico di Arezzo con pendolari e Regione, di soli 10 giorni fa, Trenitalia aveva detto e ridetto che la priorità è il trasporto regionale e che in Direttissima i treni dei pendolari, se puntuali e in ora di punta, hanno la precedenza sulle Freccerosse. Il caso del treno 3152, Foligno-Firenze della prima mattina, così come altri casi segnalati dai pendolari, ci dice l'esatto contrario". E' indignato Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari Valdarno Direttissima, che se la prende anche con l'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, "reo" di non tutelare a sufficienza i pendolari del Valdarno.
Da Re, cosa è successo al treno 3152 la settimana scorsa?
"Il treno 3152 Foligno-Firenze per due volte in tre giorni ha fatto l'inchino alle Frecce, prima di entrare in direttissima. Il treno era puntualissimo a Figline, in un caso addirittura in anticipo di un minuto, alle 8.06, poi per l'inchino ha ritardato di oltre cinque minuti, arrivando a Firenze Campo di Marte, nel primo caso con 9 e nell'altro con 10 minuti di ritardo. Ma non finisce qui. Nel breve tratto da Campo di Marte a S.M.Novella il 3152, in entrami i casi, ha dimezzato il ritardo, riducendolo sotto i 5 minuti, risultando così puntuale, ma dimostrando che pure in quel breve tratto i tempi di percorrenza sono così ampi da permettere i recuperi".
Così, nonostante quelli che voi chiamate “inchini”, i treni dei pendolari risultano puntuali?
"Certo, così accade la mattina presto, i tempi di viaggio sono ampi da permettere di rientrare nei 5 minuti all'arrivo a Firenze, perché fra il Valdarno e Firenze ci sono circa 5-10 minuti calcolati in più negli orari, a seconda dei treni. La stessa cosa accade al ritorno in Valdarno, nel pomeriggio, perché dopo l'inchino a Firenze Rovezzano, il ritardo viene in parte recuperato nella galleria di San Donato e il resto dopo Montevarchi e Arezzo, così che a Chiusi o a Terontola sono puntuali e all'arrivo a Roma e a Foligno possono essere anche in anticipo. E' così che i treni della linea aretina risultano fra i più puntuali della Toscana, tanto che Trenitalia non ha dato e non darà mai i bonus-rimborsi ai pendolari, mentre Rfi si rifiuta di ridurre i tempi di percorrenza previsti, come invece sarebbe giusto".
Ma la settimana scorsa ci sono stati altri disagi per i pendolari del Valdarno?
“Si, a parte i ritardi per la neve, ci sono stati alcuni guasti e conseguenti ritardi e anche soppressioni di treni sulla Lenta. E si è riproposto ancora il caso del treno 11805, che percorre la Direttissima ma, quando arriva in orario a Figline, viene fatto aspettare e ritardare anche 10 minuti, per farsi sorpassare dal lento 11803 in ritardo, facendo così arrabbiare i pendolari che aspettano per nulla. Alcuni pendolari chiedono di avere bonus-sconti straordinari alla Regione per tutti questi ritardi e soppressioni, ma la Regione non concede rimborsi in base alla linea ferroviaria".
E così, secondo lei, la Regione Toscana non tutela i pendolari del Valdarno?
"Sì, per questi motivi e soprattutto per gli inchini sulla Direttissima e le deviazioni sulla linea Lenta, che continuano a ripetersi. E, dulcis in fundo, l'assessore regionale Ceccarelli è disponibile alla sperimentazione proposta da Trenitalia e Rfi per una coppia di treni sulla Lenta. Ferrovie vuole dimostrare, con un test di sei mesi su una coppia di treni insignificanti, che la Lenta è possibile, che con un ritardo di 5 minuti al massimo, si potrebbe dare regolarità, cosa ben diversa da puntualità. Ma il test proposto non è attendibile e ci sconcerta che la Regione sia favorevole e che cerchi di convincere i sindaci e gli assessori dei comuni del Valdarno, come se lo sfratto dei treni dalla Direttissima fosse dietro l'angolo, magari dopo le elezioni regionali di maggio".