Il caso segnalato ad inizio giugno anche da Valdarnopost riguardava presunti sversamenti nel borro di Ragnaia, nelle colline piandiscoesi. Oggi a parlare sono i deputati valdarnesi del Movimento 5 Stelle, Massimo Artini e Samuele Segoni: “Necessario intervenire immediatamente sul borro e fare massima chiarezza sulla vicenda”
“Necessario intervenire immediatamente sul borro di Ragnaia e fare massima chiarezza sulla vicenda”. Sulla vicenda del presunto sversamento nel torrente sopra Pian di Scò, oggi, a parlare sono i deputati valdarnesi del Movimento 5 Stelle, Massimo Artini e Samuele Segoni che chiedono anche al Comune di Castelfranco Piandiscò di intervenire per risolvere il problema, prima di tutto sanitario, "anche alla luce dell'intervento della magistratura"
Nella zona di Casabianca, nelle colline di Pian di Scò, era venuta alla luce nelle scorse settimane uno sversamento di liquami nel borro, proveniente dalla fognatura pubblica. Il Comitato Acqua Bene Comune aveva presentato un esposto, spiegando che “nei pressi dello scolmatore, pur in assenza di piogge nei giorni precedenti alla ricognizione, era in atto un forte sversamento di liquami nel fosso, provocando l’inquinamento delle acque del torrente”
“Secondo quanto comunicato dall’Unione Sindacale di Base di Publiacqua – aggiungono oggi Artini e Segoni – sarebbero in corso indagini da parte della magistratura che riguarderebbe per il momento un alto dirigente di Publiacqua. Il procedimento ha preso avvio dopo l’esposto alla Forestale presentato dal Comitato, ed il reato riguarderebbe l’articolo 137 del dlgs 152/2006 e similari: scarichi irregolari di acque reflue. Giovedì mattina alle 10 e 10, secondo quanto riferito dall’Usb, sarebbe stata notificata l’iscrizione nel registro degli indagati ad un dirigente di Publiacqua” sottolineano Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente, e Massimo Artini.
A sollevare il caso era stato il comitato Acqua Bene Comune e anche il Movimento 5 Stelle comunale si era mosso con atti formali per fare luce sulla vicenda, tra cui una mozione rivolta al sindaco Enzo Cacioli per tutelare i cittadini. “La verità – affermano i due parlamentari – è che sono ormai 12 anni che Publiacqua gestisce la fornitura idrica in Valdarno, e sono 12 anni che si susseguono aumenti in bolletta sempre più significativi. Di recente le tariffe richieste da Publiacqua per l'allacciamento al depuratore per la zona di Piandiscò hanno smosso parecchi dubbi, creato molti dissensi e inciso pesantemente sulle tasche della cittadinanza; le tariffe per le famiglie arrivavano da un minimo di 640 euro fino a toccare i 2.000, per le attività industriali e per le case di riposo si arrivava addirittura a 12.000 euro. Questo ha portato il MoVimento5Stelle di Castelfranco-Piandiscò, assieme al Movimento Acqua Bene Comune, ad attivarsi nel territorio per studiare più attentamente la situazione” sottolineano i deputati insieme al Movimento 5 Stelle di Castelfranco-Piandiscò
“Dopo quasi 4 mesi di studio della documentazione della zona – proseguono – si è scoperto che non solo il paese non era del tutto coperto dal servizio del depuratore, ma anche che le zone limitrofe ai paesi più grandi pagavano, insieme al depuratore, anche i servizi di cui non usufruivano, come le fognature. E a tutt'oggi nel territorio si riversano liquami e acque che non si dirigono dove dovrebbero, cioè ad un sistema di depurazione. Ad oggi – aggiungono ancora i deputati M5S – le problematiche si sono estese fino al punto di individuare precisamente i luoghi dove le fognature sversano nel territorio del nostro comune, nel fosso della Ragnaia. Dopo l'esposto alla Forestale da parte del Movimento Acqua Bene Comune, Publiacqua si è affrettata a dichiarare che non si trattava di uno sversamento volontario"
“La verità è che, nonostante i proclami, il servizio offerto da Publiacqua ha costi stratosferici ed è totalmente insoddisfacente per gli utenti ma anche per l’ambiente. Dalla società adesso ci attendiamo massima chiarezza sulla vicenda. Il Comune, invece, massima autorità sanitaria locale, è chiamato a verificare con maggiore attenzione l’operato della società mista e ad intervenire direttamente a cominciare dal Borro di Ragnaia” concludono Artini e Segoni