19, Aprile, 2024

Csai contro le ultime dichiarazioni del Presidente della Provincia di Arezzo: “Podere Rota presidio di legalit altro che infiltrazioni mafiose”

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Al centro della querelle l’intervento di Silvia Chiassai Martini nel dibattito, organizzato da Agor, sulle infiltrazioni mafiose in Toscana e in Valdarno. “Valuteremo con i nostri legali leventuale sussistenza di presupposti per ogni azione giudiziaria che tuteli limmagine e
la dignit della nostra azienda e di tutti i lavoratori”

La Presidente della Provincia di Arezzo Silvia Chiassai Martini interviene nel dibattito on line organizzato nella piattaforma Agorà sulle infiltrazioni mafiose in Toscana ed in Valdarno. Csai prende posizione sulle dichiarazioni rilasciate esprimendo "stupore, sdegno e incredulità" e pensa ad azioni legali.

Nel suo intervento Silvia Chiassai Martini aveva affermato: "Le mafie si approfittano delle falle di un sistema inadeguato che non dà risposte moderne ed efficienti. Se in Toscana si chiudessero le discariche come Podere Rota e si facessero impianti moderni, utili anche agli indotti economici che in modo spregiudicato si affidano alle mafie, impediremmo tutto questo e soprattutto non avveleneremmo più i nostri territori La discarica di Podere Rota, tra l’altro già oggetto di indagini nel 2017 per presunte infiltrazioni mafiose negli appalti, può essere un esempio emblematico di come la politica abbia smesso di decidere per il bene del nostro territorio, in quanto ancora dopo 30 anni di sfruttamento intensivo di un’area paesaggistica e vicina ai centri abitati, si presenta un ulteriore progetto di ampliamento da 800mila metri cubi che equivalgono a 900mila tonnellate di rifiuti da smaltire nell’impianto, addirittura contro la volontà dei Sindaci del Valdarno".

Il Centro servizi ambiente impianti che gestisce la discarica di Podere Rota afferma: "Sono inaccettabili e incomprensibili le allusioni dirette della Presidente Chiassai sulla gestione delle discariche, in particolare Podere Rota, che favorirebbero le infiltrazioni mafiose nello smaltimento dei rifiuti. Con una superficialità che lascia esterrefatti la Presidente Chiassai estende a tutto il settore un’ombra di sospetto infamante offendendo così senza alcuna remora tutti quegli operatori che con onestà, dedizione e professionalità svolgono un servizio pubblico al servizio della collettività. Le discariche autorizzate e controllate, come Podere Rota, non sono una “falla del sistema” ma piuttosto un presidio di legalità che serve proprio a contrastare lo smaltimento illecito dei rifiuti".

"Podere Rota è un polo impiantistico con tutte le carte in regola, che impiega le migliori tecnologie disponibili sul mercato, per garantire un corretto smaltimento dei rifiuti nel pieno rispetto delle normative vigenti e di quelle direttive europee sull’economia circolare, che si continuano a citare purtroppo, come sembra evidente, senza conoscerne il contenuto. CSAI Spa oltre ad aver sempre garantito la massima collaborazione alle autorità di controllo, è dotata di sistemi di tutela e verifica sulla prevenzione degli illeciti, anche di natura penale, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 231 del 2001, e per questo si avvale di un Organismo di Vigilanza che sovraintende a tutte le procedure amministrative della società".

Csai cocntinua: "Quanto alle indagini del 2017 “per presunte infiltrazioni mafiose negli appalti” ricordate dalla Presidente Chiassai, siamo costretti, ancora una volta, a ricordare che quell’inchiesta non solo ha dimostrato da parte di CSAI Spa il pieno rispetto della normativa ma non ha portato a nessuna azione o provvedimento nei nostri confronti. In ogni caso, nell’eventualità di un procedimento penale, CSAI Spa sarebbe stata semmai parte lesa. Le gravissime e gratuite esternazioni della Presidente Chiassai, profondamente lesive della dignità della nostra azienda, stranamente giungono proprio in coincidenza della conclusione dell’inchiesta pubblica voluta dalla Regione sul progetto di ampliamento di Podere Rota, dimostrando una strumentalizzazione della realtà che si commenta da sola. Il tutto per ingenerare nell’opinione pubblica il convincimento che la discarica, e quindi l’azienda e tutti i suoi dipendenti e collaboratori, siano facilmente permeabili alle infiltrazioni mafiose".

"Non è questo il solco nel quale la buona politica dovrebbe muoversi. Il confronto anche aspro non deve mai essere sostituito dal discredito. Ancora più quando si parla di mafia, una delle ferite profonde di questo nostro Paese, contro la quale hanno lottato personaggi di altissima forza morale come il Giudice Caponnetto che mai avrebbe consentito che simili affermazioni trovassero spazio e palcoscenico in un contesto pubblico. Valuteremo con i nostri legali l’eventuale sussistenza di presupposti per ogni azione giudiziaria che tuteli l’immagine e la dignità della nostra azienda e di tutti i lavoratori".

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