Camici si trova nella missione delle suore carmelitane. Come ormai faceva da 17 anni, è partito il 30 ottobre per portare medicine, latte in polvere e ausili per disabili. La Farnesina ha fatto sapere alla famiglia che al momento le frontiere sono chiuse e che non è applicabile il rientro coatto
La notizia di oggi è che le frontiere del Burkina Faso sono bloccate e che L'Unione europea ha deciso di non attivare al momento l'unità di crisi non applicando così il rientro coatto. Giampaolo Camici, 70 anni di Meleto, da tanti anni attivo componente dell'associazione Campo di Lavoro per il Santo Natale di Londa, resta dunque nello stato dell'Africa occidentale. Sta bene, si trova nella missione delle suore carmelitane a Ouagadougou, a tre chilometri dall'aeroporto, ma è bloccato dagli scontri che dopo il golpe militare di giovedì hanno portato alla rimozione del presidente Blaise Compaorè e alla nomina del tenente colonnello Isaac Zida, numero 2 della guardia presidenziale, a capo dello Stato di transizione.
Giampaolo Camici è partito per il Burkina Faso il 30 ottobre per portare alla Missione di Koupéla, gli aiuti raccolti: medicine, latte in polvere per i bambini e ausili per i disabili. Il suo compito sarebbe stato quello compiuto in tanti anni di solidarietà in Africa: distribuire con il camion il materiale tra le varie missioni. Questa volta si è dovuto fermare, invece, a Ouagadougou, la capitale, a causa degli scontri.
La famiglia come è ovvio è in apprensione. A tenere i rapporti con la Farnesina sono i figli che, comunque, affermano di sentire il padre tranquillo e sereno.
"Le frontiere rimangono chiuse almeno finchè la situazione non si sarà stabilizzata – affermano Marco e Andrea – Dalla Farnesina hanno detto che, forse il 4 novembre dovrebbero riaprirsi. In quel caso mio padre e gli altri potranno prendere il primo volo per tornare a casa. D'altronde l'Unione europea non ha attivitato l'unità di crisi al momento e quindi non è applicabile il rientro coatto".
Insomma per il momento la famiglia Camici può solo aspettare che in Burkina Faso la situazione si calmi.