L’atleta della Futura si fa 100 chilometri a denti stretti per sconfiggere il caldo, l’umidità e il percorso accidentato di Doha, in Qatar, sede del Mondiale di ultramaratona. È l’unica azzurra arrivata al traguardo
L’impresa è servita: non solo Barbara Cimmarusti ha portato a termine i 100km del mondiale di ultramaratona, ma ha conquistato un eccellente 25° posto assoluto nella gara femminile, prima e unica italiana arrivata al traguardo, chiudendo in otto ore, 46 minuti e quattro secondi.
Tempo alto rispetto ai suoi precedenti, ma d’altra parte tutta la gara è stata pesantemente rallentata dalle temperature di Doha, in Qatar, sede del campionato del mondo. Basti pensare che anche il campione del mondo in carica Giorgio Calcaterra ha finito in otto ore e 30.
Una gara tutta nervi e tenacia per la campionessa italiana della 100 e della 50 km. Cimmarusti ha saputo dosare perfettamente le forze, entrando subito nel gruppo delle prime 20 e restandoci a lungo, accusando solo un po’ di fatica tra il 13° e il 15° dei 20 giri da 5km in programma per poi riprendersi nel finale di gara.
“Sono partita di nuovo un po’ troppo forte – ha detto a fine gara la Cimmarusti – rispetto a come dovevo e avevo programmato. Ho corso a 4’36” al km per i primi 20 chilometri. Ho fatto gruppo con le russe e le svedesi. Poi quando loro hanno aumentato il ritmo le ho lasciate andare e sono andata al mio passo. Al 55esimo chilometro ho avuto male al piede sinistro. Non riuscivo a correre. Mi sono fermata e allargando un po’ la scarpa sono riuscita a riprendere. Avevo paura di non farcela fino alla fine, ho stretto i denti e ho rallentato ancora di più. Ma a quel punto non mi importava più del cronometro, volevo solo arrivare fino in fondo. Il percorso non era il massimo. Oltre ad avere tre giri di boa a giro che ti spezzavano le gambe. Il fondo era ancora peggio, perché oltre ad essere piastrellato per metà l’altra metà si correva sui mattoncini: come correre sui sanpietrini. E lì sentivo le stelle per i miei piedi”.
“Questo Mondiale nella calda e umida Doha è archiviato”, dice con sollievo Luca Panichi, il suo tecnico. “Abbiamo raggiunto e fatto il massimo: due titoli italiani dopo il 10° posto all’Europeo 2013. Quindi un percorso e una stagione, quella che sta terminando, da 10 e lode. Sapevamo che il Mondiale sarebbe stato durissimo per condizioni climatiche, percorso di gara e altro ancora. La nostra è stata una buona preparazione fisica e mentale, molto attenta e valutata con scrupolo. La dimostrazione è che fino al 60esimo, 65esimo chilometro Barbara correva a un ritmo di 4’40”, 4’45” ed in gara è stata tra la 14esima e la 20esima posizione, con un livello tecnico buono. Poi la crisi con tutte le difficoltà sopraggiunte. Voglio fare i complimenti a questa donna di 42 anni per tutto quello che ha fatto in questa ultima stagione”.