La vicenda di Massimo Settimelli, ex sindaco di Rignano risale al 2002 quando gli furono contestati i reati di abuso d’ufficio, concussione e corruzione. Nel 2012 la suprema Corte di Cassazione lo ha assolto “perchè il fatto non sussiste”. Adesso la Corte dei Conti ha condannato l’ex sindaco e l’ex assessore all’urbanistica al pagamento di 100.000 euro
Assolto sul piano penale ma punito su quello amministrativo. La sezione giurisdizionale per la Toscana della Corte dei Conti ha, infatti, condannato l'ex sindaco di Rignano Massimo Settimelli, insieme all'ex assessore all'urbanistica, al risarcimento verso il Comune di circa 100.000 euro. La motivazione è quella di aver favorito "con i propri comportamenti e omissioni" una ditta privata che, nel corso degli anni, ha estratto materiale da una cava di proprietà comunale.
La vicenda risale al 2002 quando Massimo Settimelli, prima dello scadere del secondo mandato, fu indagato per abuso d'ufficio, corruzione e concussione. Secondo Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta a dover essere chiariti sarebbero stati i suoi rapporti con una ditta edile in merito alla costruzione dell'edificio polivalente di piazza dei Martiri ed alla sistemazione dell'area delle miniere a cielo aperto dell'ex cementificio Bruschi. A causa della vicenda Settimelli si dimise dall'incarico di sindaco.
Il 2 luglio 2012 la suprema Corte di Cassazione lo assolve con formula piena "perchè il fatto non sussite" dopo dieci anni di iter giudiziari. Nonostante questo, però, la Corte dei Conti, adesso, lo ha condannato, insieme all'ex assessore all'urbanistica, al risarcimento di 100.000 euro "ravvisando comunque la presenza dei presupposti previsti dalla normativa per l'accoglimento della pretesa risarcitoria azionata dalla Procura regionale".
Gli avvocati difensori Fabio Puliti e Gaetano Viciconte hanno annunciato il ricorso in appello.