SCARPE – Dagli zoccoli ai tacchi a spillo è un progetto che racconta un secolo di storia, arte e manifattura in Valdarno, mettendo al centro le persone, i ricordi e le testimonianze di chi ha contribuito a costruire questa straordinaria realtà che sta continuando, grazie a queste competenze, a creare lavoro e ricchezza per tutto il territorio.
Ideato e curato da ElePHAS, il progetto non si limita alla celebrazione di un passato glorioso, ma guarda al futuro, costruendo un archivio vivo che raccolga storie, immagini e materiali d’epoca che possano essere utilizzati per studi, ricerche o analisi del settore.
La raccolta di testimonianze, già avviata con successo nel corso del 2024, continua con un evento dedicato che si terrà il 7 dicembre presso le Officine Cennano, via Cennano 1 a Montevarchi, dalle ore 9:30 alle 12:30.
Durante la mattinata, chiunque lo desideri e abbia avuto parte nel mondo calzaturiero valdarnese potrà:
● Consegnare fotografie e materiali storici legati al tema.
● Raccontare la propria storia in video, per tramandare memorie e aneddoti personali.
● Posare per un ritratto fotografico, che diventerà parte integrante del progetto.
Tutto il materiale raccolto sarà valorizzato e reso accessibile al pubblico attraverso il sito web scarpevaldarno.com e nelle occasioni espositive future, come la mostra-evento che aprirà i battenti il 25 gennaio 2025 al Palazzo del Podestà. L’obiettivo è costruire una narrazione collettiva che non solo documenti il passato, ma coinvolga attivamente la comunità nel preservare e tramandare la memoria locale.
L’associazione ElePHAS, ideatore e curatore del progetto, supportato dal Comune di Montevarchi, si pone come strumento per dare forma e vita a questo grande archivio culturale, in grado di restituire il valore e la complessità di una storia artigiana e industriale unica nel suo genere.
Invitiamo tutti a partecipare e a contribuire: ogni storia è un tassello fondamentale di questo racconto corale.
Per informazioni e aggiornamenti sul progetto:
www.scarpevaldarno.com
Photo credits: Massimo Anselmi, Archivio Vestri-Montevarchi