Il candidato Sindaco di Montevarchi per il centrosinistra unito, Luca Canonici, torna sul tema della sanità proponendo un modello che superi l’attuale organizzazione derivata dalla riforma Rossi. “Siamo a favore dell’universalità dei servizi e dell’efficienza della sanità pubblica. Occorre ripensare il modello delle aree vaste non per tornare alle tante aziende sanitarie su base provinciale, come qualcuno ha ventilato in questi giorni, scelta che moltiplicherebbe le poltrone e la burocrazia, ma individuando livelli intermedi per territori omogenei indipendentemente dai confini aziendali e provinciali”.
Canonici ha poi ribadito la volontà di salvaguardare “l’Ospedale del Valdarno come ospedale di 1° livello implementandone i servizi e le specialità e contestualmente di rafforzare la sanità territoriale nella consapevolezza di dare la massima importanza alla prevenzione e alla cura pre e post ospedaliera”. “L’organizzazione sanitaria territoriale ha mostrato i suoi limiti proprio durante l’emergenza legata al Covid – ha proseguito Luca Canonici – con uno sforzo e un impegno encomiabili da parte degli operatori e dei medici, ma con una struttura organizzativa che deve essere più efficiente, rapida ed efficace. Per
raggiungere questi obiettivi occorre aprire un confronto serio tra tutti i Comuni del Valdarno aretino e fiorentino, e poi con la Regione e con tutte le forze politiche, sociali e associative del territorio”.
“In quest’ottica – ha concluso Luca Canonici – un ruolo fondamentale lo gioca la Conferenza dei Sindaci, che deve vedere rafforzato e il suo ruolo di indirizzo e controllo. Inutile invece, oltreché sbagliato, pensare di tornare indietro e ragionare per ambiti provinciali. L’esperienza ci insegna che spostare il centro decisionale ad Arezzo non ha mai portato alcun vantaggio al nostro territorio, territorio che invece ha un’identità propria fatta di buoni standard di qualità, sia nella parte aretina che nella parte fiorentina della vallata. E su questa base dovremmo rivedere l’organizzazione dei servizi stessi: vedendo il Valdarno (tutto) come un’area omogenea che deve poter essere libera di organizzarsi e decidere come articolare i propri servizi sanitari”.