Alessio Bigini da alcuni anni ha sviluppato questa sua passione per la stampa in 3D, di cui racconta nel suo blog. “In tanti mi scrivono, ma quando ho letto la mail del cardiologo di un ospedale pugliese sono rimasto spiazzato”, racconta. “Essere riusciti ad arrivare all’obiettivo, collaborando così ad un intervento chirurgico importantissimo per un bambino, è stata per me una soddisfazione enorme”
Grazie alle sue competenze, ha collaborato alla realizzazione di un modello in 3D che ha permesso ad un cardiochirurgo di operare con successo un bambino, in un ospedale della Puglia. Lo racconta con orgoglio, oggi, Alessio Bigini, giovane valdarnese che fin da quando frequentava la seconda superiore ha iniziato ad approfondire le sue conoscenze e sperimentare la stampa in tre dimensioni.
Venti anni e una passione per il mondo della tecnologia trasmessa di generazione in generazione: Alessio Bigini di stampanti in tre dimensioni ne ha addirittura create due, personalmente. "Ci sarebbero anche aziende interessate, ma per ora non le vendo: il mio obiettivo oggi è divulgativo, mi piace che tante persone conoscano quello che la stampa 3D rappresenta, cioè il nostro futuro. Anche per questo ho un blog in cui racconto tutto quello che sviluppo".
Quel futuro di cui parla Alessio ha aperto nuovi fronti anche per la chirurgia, come è accaduto proprio per la malformazione aortica in questione. "Grazie anche al blog, mi contattano tante persone per avere informazioni o suggerimenti. Quando ho letto la mail che arrivava da un cardiologo di un ospedale pugliese, però, sono rimasto spiazzato: è stato quasi incredibile, per me, essere contattato per una cosa così importante".
In pratica, il chirurgo che avrebbe dovuto operare il bambino aveva bisogno di un modello in tre dimensioni, fedele in tutto e per tutto alla malformazione aortica, su cui studiare l'intervento in ogni suo aspetto. "Insieme con il tecnico emodinamista, abbiamo studiato le tac, unendo le sue capacità mediche con le mie sulla stampa in 3D. Ho dovuto studiare e documentarmi sui software che consentono di passare dalla tac al modello 3D, abbiamo eliminato dall'immagine della tac tutto quello che non era pertinente e sezionato l'aorta nel tratto interessato".
Alla fine, così, si è potuto stampare in 3D un modello perfettamente identico all'originale, su cui il chirurgo ha potuto calibrare l'intervento. "Questa mattina alle 4:19, ho ricevuto una mail che annunciava la riuscita e l'esito positivo dell'intervento. L'ho letta subito e mi sono sentito felicissimo, perché nel mio piccolo ho contribuito a fare una cosa grandiosa per il prossimo, in questo caso addirittura per un bambino. E questa per me è stata la ricompensa più grande".
I modelli stampati grazie al lavoro di Alessio Bigini