Era il 2002 quando, dalla fusione dei due ospedali di San Giovanni e Montevarchi, nacque l’Ospedale del Valdarno: il monoblocco ospedaliero della Gruccia, da allora, è diventato il punto di riferimento sanitario della vallata. Oggi, vent’anni dopo, si è svolta un’iniziativa per celebrare l’anniversario ma anche per fare il punto della situazione per un presidio in cui oggi le criticità non mancano. La prima, la più pesante, riguarda il pronto soccorso: con oltre cento accessi al giorno, anche per colpa della chiusura del pronto soccorso del Serristori, oggi la struttura fa molta difficoltà. A primavera partiranno, finalmente, i lavori di ampliamento della struttura: ma restano comunque carenze di medici e personale, e anche di questo si è parlato questa mattina.
“Questo ospedale – ha detto il Direttore della Asl Sud Est, Antonio D’Urso – rappresenta la storia di questo territorio ma al tempo stesso guarda al futuro, in termini di strutture grazie a finanziamenti del Pnrr, e anche in termini di efficientamento. Va avanti il progetto di ampliamento del pronto soccorso: sono intervenuto personalmente per chiudere la fase della progettazione e andare verso la realizzazione. La sanità ha bisogno di risposte concrete”. Sulle tecnologie, D’Urso ha aggiunto: “C’è la questione della diagnostica pesante, tac e risonanze da aggiornare; un po’ di finanziamenti ci sono e altri mi auguro arriveranno”. Sulla carenza di personale: “Le vere difficoltà riguardano le carenze di medici, un problema nazionale, ad esempio sul pronto soccorso in cui i medici fanno difficoltà ad accettare gli incarichi”.
La Direttrice di presidio, dottoressa Patrizia Bobini, ha tracciato il quadro con particolare riferimento proprio alle difficoltà del pronto soccorso: “Celebriamo un momento importante, il ventennale del nostro Ospedale, che nel corso di questi anni si è molto sviluppato. Ricordiamo dunque il passato ma guardiamo al presente e al futuro, con il progetto più importante che è quello dell’ampliamento del Pronto soccorso, oggi in grande affanno per sovraffollamento. Consideriamo che adesso riceviamo molti utenti dall’area fiorentina, e oggi nel complesso registriamo più di cento accessi al giorno: siamo coscienti delle criticità, ci scusiamo per i disagi che alcuni utenti ci segnalano, ma stiamo lavorando per rispondere al meglio alle necessità”.
I numeri del pronto soccorso li ha ricordati il suo Direttore, il dottor Simone Nocentini. “Il pronto soccorso del Valdarno è tornato ai numeri e all’attività pre-pandemica, pur mantenendo i percorsi dei tamponi covid. Inoltre, è aumentata l’attività perché dall’inizio della pandemia il Pronto soccorso del Serristori di Figline è chiuso: e la maggior parte di quei cittadini che sarebbero andati lì, si rivolgono a noi. Il pronto soccorso ha le porte aperte a tutti, ma i flussi sono importanti. Considerate che nel 2022 chiuderemo con circa 38mila accessi: di questi oltre il 10% si trasforma in ricovero. L’impatto del Valdarno fiorentino è intorno al 17% del totale, un numero importante. I codici bianchi e verdi, i cosiddetti codici minori, rappresentano quasi il 50% del totale degli accessi, e tra questi ci sono purtroppo tanti accessi ‘impropri’, che potrebbero essere gestiti dai medici senza arrivare in pronto soccorso”.
La posizione dei sindaci del Valdarno è stata espressa dalle parole del Presidente della Conferenza zonale, il sindaco di Terranuova Sergio Chienni: “Celebriamo un ventennale importante, ringraziando ed esprimendo riconoscenza a tutti coloro che con impegno e passione hanno operato e continuano ad operare in questa struttura, nonostante le criticità che ci sono; questa però è anche l’occasione per confrontarci sugli aspetti da migliorare. Certo, ci sono problemi nazionali, come la carenza di figure professionale; servono al centro trasfusionale, in anestesia e rianimazione, in pediatria solo per fare alcuni esempi. Puntiamo molto sull’ampliamento del pronto soccorso. Noi come sindaci continueremo a fare presenti tutte le criticità alla Asl per ottenere risposte”.