Circa un anno fa, in Valdarno, partiva il servizio di radiologia domiciliare dell’Ospedale della Gruccia. Un progetto sperimentale e innovativo, che porta nelle case dei pazienti il servizio della diagnostica per immagini, evitando loro di spostarsi, specialmente per gli anziani non deambulanti o per chi è in condizioni di non trasportabilità. Il bilancio è più che positivo: oltre 100 infatti i pazienti valdarnesi che, al proprio domicilio o in RSA, ne hanno usufruito.
“Il 70% degli esami richiesti – spiega la dottoressa Rita Papi, una delle promotrici del progetto e Responsabile dei Tecnici di Radiologia Medica – hanno riguardato l’Rx Torace in presenza di difficoltà respiratorie, broncopolmoniti e controlli post covid, mentre il rimanente 30% degli esami Rx ha interessato l’apparato osteo articolare (anca, femore, ginocchio, spalla, piede) ed è stato effettuato a domicilio per patologie croniche, dolore o controlli post operatori in pazienti non trasportabili”.
“L’opportunità – aggiunge la dottoressa Claudia Nocentini, Direttore della radiologia del PO del Vamdarno – è stata pensata per i pazienti seguiti nell’ambito delle cure domiciliari e assistiti nelle Strutture sanitarie assistenziali del territorio (Rsa) del Valdarno: persone fragili, pazienti oncologici, disabili o non deambulanti, le cui condizioni di salute non permettono il trasporto in una struttura ospedaliera se non sottoponendo la persona ad un grave disagio”.
“Preme specificare – spiega la dottoressa Daniela Cardelli, direttore Dipartimento delle Professioni Tecnico Sanitarie, della Riabilitazione e della Prevenzione – che grazie alle disposizioni di sicurezza e prevenzione adottate secondo le vigenti normative e monitorate dal Servizio di Fisica Sanitaria dell’Azienda Usl TSE, le procedure messe in atto per la radiologia a domicilio prevedono l’impiego di dosi limitate di radiazioni e comportano un rischio estremamente contenuto sia per i pazienti e gli operatori, sia per la popolazione in generale a fronte di un grande beneficio sulla qualità della vita di questi pazienti non deambulanti costretti altrimenti ad uno spostamento spesso difficile e doloroso. Il progetto è in fase di ampliamento per la provincia di Arezzo e partiremo nel giro di un mese circa nella Zona del Casentino dove la popolazione ultra sessantacinquenne è maggiore rispetto alle altre zone aretine (29,2%) e dove anche le caratteristiche geografiche del territorio acuiscono ulteriormente le difficoltà di spostamento per questi pazienti”.
“La radiologia domiciliare – spiega il dottor Enrico Saloni, Direttore del Dipartimento Diagnostica per immagini dell’Azienda Usl TSE – risulta in certi casi una valida alternativa alla attività ambulatoriale e tende a limitare i disagi per certe categorie di soggetti non autosufficienti o comunque non trasportabili, se non a rischio clinico e con costi più alti per la società. Altro ambito di applicazione è quello previsto per i pazienti in regime di detenzione, in istituti sprovvisti di autonomo servizio. La Società Scientifica SIRM ne definisce le linee guida, stabilendo criteri di sicurezza e di contenimento della dose. La felice esperienza della Zona Valdarno ci spinge a voler estendere il progetto, anche nell’ambito della missione 6/C1 del PNRR, nel territorio delle Zone Senese e Grossetana, per la risposta ai bisogni di natura a rilevanza sanitaria e sociosanitaria ed il potenziamento delle cure domiciliari, affinché la casa possa diventare il luogo privilegiato dell’assistenza”.