Il sindaco di Montevarchi torna all’attacco sul tema sanità: dopo gli affondi lanciati tre giorni fa sull’indifferenza della Regione da parte delle denunce riportate dai Sindacati, Chiassai accusa il presidente di Regione Eugenio Giani di fare orecchie da mercante di fronte alle suppliche dei cittadini.
“Io non punto il dito contro Giani, racconto la verità, quello che si vede e che mi scrivono ogni giorno i cittadini. Proprio questa mattina mi è arrivata una mail di una cittadina che soffre di un tumore ed è in cura in oncologia: oltre a non avere le prestazioni che sono dovute in tempo di legge addirittura si sente dire ormai da tempo che le liste sono chiuse, cosa che si sa benissimo che non è possibile fare, si va oltre il lecito. Nessuno lo metterà mai per iscritto, ma sono tanti i cittadini che non riescono a entrare mai nelle liste d’attesa, perché altrimenti si va a condizionare il risultato di come appare il sanitario regionale quando si va a fare i report e così si nasconde quello che però ora non si può più nascondere a nessuno. Non lo dico io, lo dicono i cittadini di tutta la Toscana, i quali negli ultimi anni hanno visto un costante tracollo di tutti gli ospedali che non sono collegati alle tre mega ASL. Noi parliamo del nostro, ma non è né il primo, né l’ultimo, siamo tutti considerati ospedali periferici, come se ci fosse una sanità di serie A e una di serie B. Il cittadino, comprensibilmente, non capisce come un ospedale come il nostro, che da risposta a un bacino di oltre 100.000 abitanti, i cui servizi ci sono da anni, possa essere depotenziato con questa intenzionalità. Quello che poi si riscontra ogni volta è il fatto di avere visite a distanza di tempi inaccettabili rispetto a un progetto di prevenzione che sponsorizziamo tanto, ma che però non viene fatto, oppure il fatto di essere costretti ad andare nel privato.”
Di fronte ai diversi casi di mala-gestione, il sindaco di Montevarchi vuole il confronto diretto con Giani:
“Vorrei soltanto che si raccontasse la verità, che si prendesse atto che queste mega ASL hanno peggiorato in maniera drastica e oggettiva tutti i territori, perché non hanno raggiunto nessuno degli obbiettivi che si erano proposti: né i risparmi, perché Giani è riuscito ad arrivare ad un buco di bilancio di un miliardo in meno di cinque anni, non considerando le problematiche legate al COVID, ma proprio a una gestione disfunzionale, i servizi sono nettamente peggiorati, perché le liste di attesa e gli spostamenti obbligatori che i cittadini si trovano a fare all’interno di aree vaste che magari vengono spostati a Grosseto o da un’altra parte peggiorano la vita in maniera incredibile. Vorrei chiedere a Giani, che verrà presto a inaugurare una parte del nostro pronto soccorso che doveva essere inaugurata sette mesi fa, se c’è personale per i servizi perché a quanto pare molti lamentano una grave mancanza di OSS e gli infermieri sono costretti a fare un lavoro che non è il loro per cercare di portare avanti i servizi essenziali.”
La controproposta del sindaco di Montevarchi sarebbe di riportare le dodici ASL a livello provinciale, battaglia che aveva già combattuto portando avanti referendum popolari, o comunque trovare una soluzione alternativa che migliori la situazione attuale:
“Una politica seria dovrebbe mettersi la mano sulla coscienza e rivedere in maniera strutturale le scelte fatte. Il referendum serve per far comprendere sanno bene che c’è bisogno di cambiare passo, pretendono di essere ascoltati ed è uno stimolo forte, se la politica crede ancora nella volontà dei cittadini, per rimettere mano ad una scelta ad una scelta che va rivista: le tre mega ASL non hanno portato alcun miglioramento per la salute dei cittadini.”