Entrava in attività esattamente un anno fa, la centrale di tracciamento dei casi Covid della Asl Toscana Sud Est. Un anno di lavoro con numeri importanti: sono stati seguiti 50.775 casi, fornite 162.212 informazioni ai contatti sulla profilassi e effettuate oltre 180.000 telefonate. Se la storia Covid è cambiata, la centrale di tracciamento è stato un bivio determinante.
“Un anno è un periodo apparentemente beve ma il lavoro fatto da questa struttura è stato fondamentale nella battaglia contro la diffusione del Covid – ricorda il Direttore generale Antonio D’Urso – individuare i contatti dei contagiati era e rimane una strategia per limitare la moltiplicazione dei casi. I numeri evidenziano uno sforzo oggettivamente eccezionale: almeno 10 ore al giorno di lavoro, 7 giorni su 7. Senza dimenticare che questa era la prima esperienza di questo tipo e che, conseguentemente, abbiamo dovuto creare protocolli di lavoro e formare il personale. Anche da questo punto di vista, la nostra centrale rimane un’esperienza innovativa in quanto abbiano formato decine di giovani. Un lavoro non semplice perché si è trattato di trasmettere loro informazioni, leggi, circolari in una materia sanitaria cosi specifica e sempre in evoluzione come è stata ed è la malattia diffusiva del Covid 19 con tutte le sue varianti”.
Daniela Cardelli ha diretto la centrale fin dal primo giorno: “La telefonata è essenziale per inviare i provvedimenti di restrizione personale, isolamento e quarantena. E’ l’unico modo per contenere la diffusione del contagio e deve essere efficace perché in pochi minuti si cambiano le abitudini e le attività delle persone”. Da qui l’importanza di saper costruire, rapidamente, una relazione con persone che non si aspettavano quella telefonata e, soprattutto, le conseguenze. “Abbiamo telefonato a persone di tutte le fasce di età, qualsiasi estrazione sociale, qualsiasi livello di istruzione , giovani, anziani, lavoratori, disoccupati, carcerati, laureati, senzatetto, centri di accoglienza, alberghi, conventi – sottolinea Daniela Cardelli – abbiamo fatto il tracciamento in lingua inglese, francese e di altre nazionalità. Ci siamo avvalsi dei mediatori culturali organizzando telefonate a tre voci”.
Il lavoro della centrale di tracciamento al Centro Affari continua. “Lavoriamo il 100% dei casi – conclude Cardelli – e lo faremo fino a quando sarà necessario. E questo grazie a tutti gli operatori che hanno lavorato e lavorano per la centrale, allo staff e al gruppo di coordinamento”.