La Regione ha appena concluso l’affidamento ad Autolinee Toscana Spa, legata al gruppo francese Ratp, della gara unica per il Trasporto su gomma: una rivoluzione che entrerà a regime in due anni, e riguarderà anche il Valdarno aretino. Dove, nel frattempo, si fa il punto sulla Circolare a un anno e mezzo dalla sua introduzione: per andare avanti, i comuni dovranno compartecipare alle spese
C'è una rivoluzione in atto, nel settore del trasporto pubblico su gomma. Avviene a livello regionale, perché la Toscana, per prima in Italia, ha appena concluso la gara per l'affidamento del servizio di Tpl su gomma a livello regionale: un unico gestore al posto dei tredici attuali, che svolgono il servizio in tutto il territorio toscano. L'affidamento definitivo è andato al gruppo francese Ratp, che ha partecipato alla gara con Autolinee Toscane Spa.
A livello pratico, per l'utente, per due anni e mezzo circa cambierà poco o nulla. C'è infatti un tempo tecnico, previsto dalla legge regionale che ha introdotto il bacino unico, che prevede l'entrata a regime del nuovo servizio in un tempo stabilito. In questo periodo, in pratica, il nuovo gestore dovrà assorbire personale e parco mezzi dagli attuali gestori, il servizio continuerà regolarmente e nel frattempo le tariffe non saranno ritoccate. Il costo della tratta da 1,20 euro sarà lo stesso in tutta la Toscana, e solo dopo l'entrata a regime il gestore lo potrà aumentare, ma per un massimo del 7,3% nel corso degli 11 anni in cui gestirà il servizio, come previsto dal bando di gara.
Cosa succede in Valdarno
Prima di tutto, occorre una distinzione sulla base dei confini. Fino al 2010, infatti, erano le province a gestire il Tpl su gomma. E quindi il Valdarno fiorentino era in un bacino distinto da quello aretino, con servizi e modalità di gestione diversi. Ebbene, il Valdarno fiorentino è stato considerato "lotto debole", perché in area extraurbana e con una domanda non consistente: e quindi quei servizi non sono finiti nel bando regionale per il gestore unico. Continuerano ad essere affidati con procedure a parte, con il coordinamento della Metrocittà. Discorso diverso in Valdarno aretino: la maggior parte delle corse che oggi vengono effettuate passerà al gestore unico, perché inserite nel "lotto forte" come "servizi minimi", cioè strutturali, e che comprendono tratte per studenti e lavoratori pendolari, per raggiungere i principali servizi amministrativi e sociosanitari.
La Circolare del Valdarno
Il suo primo fautore, l'allora assessore della provincia di Arezzo Antonio Perferi, oggi è consigliere dell'assessore regionale ai trasporti Ceccarelli. E si occupa proprio della questione Tpl. "La Circolare del Valdarno – spiega – è destinata a rimanere come servizio sul territorio, ma proprio in questi giorni abbiamo avviato il confronto con la Conferenza dei Sindaci. A un anno e mezzo dalla sua introduzione, infatti, occorre fare il punto per capire come e cosa è possibile rimodulare, per renderla più efficiente". Ricalcolare tempi e tratte, in base all'utilizzo che ne è stato fatto finora dagli utenti, sarà dunque il primo scalino da superare in questi mesi. Di pari passo con l'arrivo del nuovo gestore.
Chi paga
La questione economica, trattandosi di servizio pubblico, è l'altro nodo da sciogliere: perché i biglietti degli utenti non coprono che una piccola parte (circa il 30%) del costo del servizio. Il resto, sono fondi pubblici: e ora, sul piatto, entra anche la compartecipazione degli enti locali. Qualcosa che già avveniva in altre parti della Toscana, ma non in provincia di Arezzo. "Su alcune tratte, che rientrano nei servizi aggiuntivi giustamente richiesti ad esempio dai comuni per migliorare il servizio – spiega Perferi – il finanziamento regionale non è più sufficiente, alla luce dei tagli effettuati dal Governo e di conseguenza anche dalla Toscana. Per questo stiamo lavorando con i comuni del Valdarno per progettare e capire quali quote sarà necessario investire, dai bilanci comunali, per garantire corse a copertura della maggior parte del territorio".
L'alternativa
L'altra ipotesi in discussione è più che altro una proposta, che sarà possibile avanzare come alternativa ai costi a carico dei comuni: "Si potrebbe pensare, in sostanza – conclude Antonio Perferi – di integrare il servizio con altre forme di trasporto che i comuni già realizzano, riadattandole: penso ad esempio al trasporto scolastico. Una ipotesi che, in mancanza di fondi, potrebbe essere sfruttata anche per collegare le zone più isolate del Valdarno, sfruttando le corse degli scuolabus, riadattati per le nuove esigenze".