Pubblichiamo la versione completa della ricerca portata avanti da Fulvio Turtulici attraverso l’analisi degli articoli pubblicati in giornali, riviste e le indagini svolte dalle forze dell’ordine e dalla magistratura
"Il dossier sul panorama criminale nel 2019 curato da Libera Valdarno rappresenta l’evidenza – ancora troppo spesso sottaciuta – della realtà criminale che insidia la terra di Toscana". Con queste parole Giuseppe Creazzo, Procuratore della Repubblica di Firenze, presenta nella sua prefazione il dossier "Trame criminali" appena pubblicato dal Coordinamento Valdarno Superiore di Libera e dal presidio Giovanni Spampinato. Un dossier che, come ogni anno da ormai tre anni, è stato realizzato da Fulvio Turtulici, che con grande impegno ricerca in articoli di stampa, online e cartacei, le notizie relative alle indagini e inchieste portate avanti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura tra Arezzo, Firenze, Siena e il Valdarno, contro le organizzazioni criminali e le mafie.
Un lavoro "certosino, attento, capillare del nostro Fulvio Turtulici", come lo definisce Pierluigi Ermini, Referente di Libera Valdarno. "Con passione, professionalità e senso di ricerca, mette a disposizione di tutti noi dati e informazioni che fanno capire ai nostri concittadini, ed a tutte le componenti della nostra società, che pur non essendo il Valdarno un territorio in cui le mafie si sono radicate, possono compiere operazioni e fare affari che rischiano di contaminare e minare una economia ancora sana. Corruzione, usura, riciclaggio di denaro, gioco d’azzardo illecito, fenomeni di caporalato, smaltimento illecito di rifiuti industriali, traffico e spaccio di stupefacenti sono reati che possono essere il preludio a fenomeni di infiltrazione delle organizzazioni criminali anche di stampo mafioso, principalmente per gestire e investire la grande massa di denaro sporco e di liquidità di cui dispongono. Scorrendo le pagine di questo libro, scoprirete che questi reati vengono commessi anche qui da noi. A questi fenomeni oggi – fa notare Ermini – si aggiunge anche la crisi economica derivante dall’epidemia da covid19, con tante attività economiche in sofferenza che possono “far gola” a organizzazioni criminali che hanno dalla loro parte un’arma importante e unica: una forte e incontrollata liquidità di denaro da investire".
Il volume è stato presentato lo scorso 18 dicembre in un incontro online che ha visto la partecipazione di Enza Rando vice presidente di Libera, di Serena Spinelli Assessore al Sociale della Regione Toscana, del referente di Libera Toscana Andrea Bigalli e dell'autore del Dossier 2019 Fulvio Turtulici. "E' stato un bel momento di confronto e di discussione su quello che accade nel nostro territorio sul fronte della criminalità, sulle dinamiche con cui le mafie si muovono anche nel Valdarno, su come è necessario sempre più tenere gli occhi ben aperti e vigili per non correre il rischio di vedere lentamente, una mentalità mafiosa, infiltrarsi nell'economia sana del nostro territorio", commenta oggi Ermini.
Il referente locale di Libera, poi, annuncia: "Abbiamo deciso di mettere a disposizione dei lettori il dossier in formato PDF, scritto dal nostro insostituibile Fulvio Turtulici, come nostro piccolo omaggio per queste festività, offrendo uno strumento utile per diventare tutti cittadini ogni giorno più consapevoli, consapevoli come siamo che anche attraverso la conoscenza diffusa nell'opinione pubblica è possibile impedire che le mafie qui da noi, intacchino il nostro tessuto culturale, sociale ed economico.
A questo link, dunque, è possibile scaricare per intero il dossier di Libera "Trame Criminali".
Ed ecco un piccolo estratto dall'introduzione curata proprio da Fulvio Turtulici, che inquadra bene la situazione fotografata nella sua ricerca: "Le organizzazioni criminali in Toscana non agiscono per controllare il territorio, ma per “gestire il mercato degli affari” e riciclare denaro. La regione vanta un “tessuto socio-economico particolarmente appetibile”. […] I sodalizi calabresi si interessano alle aziende che si aggiudicano e partecipano agli appalti pubblici. Sono diversi i provvedimenti interdittivi a carico di imprese “ritenute esposte al pericolo di infiltrazione mafiosa”. La camorra si dimostra interessata a reinvestire capitali illeciti. In Toscana si conferma “una migrazione di soggetti legati a clan campani”. Si spostano verso le province di Grosseto, Prato, Pistoia, Arezzo e Firenze. […] Ad alcuni imprenditori viene affidato il compito di ospitare latitanti e assistere gli affiliati, garantendo loro un impiego fittizio e anche di sondare la permeabilità delle aziende locali interessate a partecipare a gare di appalto. Non è trascurabile il ruolo di mafie straniere: collaborano proficuamente nelle attività loro consentite dalle mafie italiane".