Al recupero dell’opera d’arte, curato da Stefania Bracci e Lucia Bencistà, hanno contribuito il Roseto Fineschi, il Circolo di Massa, la locale parrocchia e l’azienda Moretti spa
Dopo un accurato restauro torna nella chiesa di San Piero di Massa Sabbioni, nel comune di Cavriglia, il dipinto di Francesco Botti “L'estasi di San Brigida davanti al crocifisso”. Al recupero dell'opera d'arte, curato da Stefania Bracci e Lucia Bencistà, hanno contribuito il Roseto Fineschi, il Circolo di Massa, la locale parrocchia e l'azienda Moretti spa
Il recupero del dipinto, un olio su tela, cm 250×130, risalente agli inizi del XVIII secolo, è iniziato nel 2002, in occasione della campagna di schedatura condotta da Cecilia Ghelli e Lucia Bencistà nell’ambito del progetto di Inventariazione dei Beni Ecclesiastici della Diocesi di Fiesole. L’opera, in pessime condizioni, era collocata in una stanza adiacente alla chiesa dopo essere stata tolta dal suo altare in anni successivi alla seconda guerra mondiale. Il dipinto, presentava strappi, muffe e cadute di colore sulla superficie oltre al distacco della tela, ed è stato restaurato da Stefania Bracci, mentre le ricerche storico artistiche sono state condotte dalla storica dell’arte Lucia Bencistà.
Il recupero dell'opera è stato possibile grazie alla raccolta fondi organizzata dalla “Fondazione Roseto Botanico di Cavriglia Carla Fineschi” con una serata di musica e gastronomia dal titolo “Oltre la Rosa. Salviamo un’opera d’arte”, a quelle promosse dal locale circolo e dai parrocchiani di Massa Sabbioni. Ha contributo anche l'azienda Moretti S.p.A di Bomba.
L'opera
"La testimonianza più antica sulla presenza dell’altare dedicato alla santa è del 1711 mentre la prima menzione del dipinto risale al 1852 nella visita pastorale del Vescovo Bronzuoli che riporta la presenza, «in cornu epistolae», di un «altare al muro dedicato a S. Brigida con quadro in tela rappresentante detta santa». Il dipinto rappresenta l’Estasi di Santa Brigida davanti al Crocifisso. Brigida di Svezia, oggi compatrona d’Europa con San Benedetto e Santa Caterina da Siena, nacque a Finsta, in Svezia, nel 1303 e morì a Roma nel 1373. Madre di otto figli, rimasta vedova fondò un nuovo ordine monastico detto del Santo Salvatore e proprio per ottenerne l’approvazione scese a Roma nel 1349 dove rimase fino alla morte. Iniziava per Brigida un periodo di profonda riflessione e meditazione sulla Passione di Cristo che sarebbe sfociato nelle celebri Revelationes dove la santa invitava il fedele alla preghiera quotidiana per godere di grandi benefici tra i quali la liberazione delle anime della propria stirpe dalla fiamme del Purgatorio. Per questo il culto verso Santa Brigida si diffuse largamente soprattutto tra Sei e Settecento anche in molte chiese delle nostre campagne. Durante il restauro è stata ritrovata sul dipinto la sigla FB che riconduce l’esecuzione dell’opera al pittore fiorentino Francesco Botti (Firenze, 1645-1711) allievo di Simone Pignoni, prolifico esponente della scena pittorica fiorentina di fine Seicento e attivo negli stessi anni per l’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze dal quale anche la chiesa di Massa dipendeva. L’opera, del resto, si attesta stilisticamente tra la fine del XVII secolo e il primo decennio del secolo successivo per la qualità dei panneggi, la tavolozza scura, la velocità della pennellata, la raffinatezza delle lumeggiature e la generale intonazione".