Evento al Giovanni da San Giovanni, per restituire l’esperienza delle otto studentesse partite, a gennaio, con il Treno della Memoria della Regione Toscana. In un video foto e immagini, nelle loro parole il segno di quello che è rimasto loro addosso. “Mi auguro che il Treno funzioni come il richiamo di un vaccino, perché l’umanità combatta quel male”, dice il suo ideatore, Ugo Caffaz
"Quello che ci siamo portate dietro, e dentro, è un'esperienza emotivamente durissima, ma anche un grido di disperazione e ammonimento, che noi riportiamo a voi". È nelle parole delle otto studentesse del Giovanni da San Giovanni, salite a gennaio sul Treno della Memoria, che si coglie il senso di quel viaggio. Più delle foto e delle immagini montate in un toccante video, proiettato in occasione dell'iniziativa organizzata all'interno dell'istituto, sono le loro voci a far capire quanto si tocca da vicino il dramma dell'Olocausto, vivendo a quell'età il viaggio verso i campi di concentramento e sterminio.
Sofia, Elisa, Sara, Benedetta, Sophia, Lavinia, Aurora, Carolina, salite sul Treno insieme alla professoressa Porri, sono diventate "Testimoni della Memoria". E la conferenza che si è svolta nella loro scuola si chiama proprio così. Non ci sono solo studenti, ad affollare l'aula riunioni: ci sono anche tanti docenti, a partire proprio dalla professoressa Alessandra Porri, che le ha accompagnate in questo viaggio e in tutta la fase di preparazione: "Un lavoro portato avanti prima di gennaio – spiega – indispensabile perché questa non sia una gita, ma un viaggio di conoscenza profonda di un dramma della storia. Ogni ragazza ha ricostruito la storia di un deportato, qualcuno sopravvissuto, altri non sono più tornati a casa. Portare il peso della memoria, ora, è indispensabile per costruire il futuro ma anche il presente".
Ad introdurre gli ospiti, la professoressa Carla Gonfiotti; parla il dirigente scolastico, professor Claudio Ermini; la vicesindaco di San Giovanni Sandra Romei; il sindaco di Castelfranco Piandiscò, Enzo Cacioli; per la Regione, illustra il progetto del Treno della Memoria Milva Segato. E ad approfondire il legame fra il viaggio nei campi di sterminio e la formazione dei giovani studenti è Rosa De Pasquale, del Ministero dell'Istruzione.
Tra gli interventi, infine, anche quello di Ugo Caffaz, l'ideatore del Treno della Memoria. "Da quando è nato, non senza polemiche e critiche, ci sono saliti a bordo seimila studenti, che hanno visto con i loro occhi quello che fu la Shoah. Altri 80mila studenti, negli anni, hanno incontrato i sopravvissuti dei campi di concentramento al Mandela Forum. Qualche volta – ha aggiunto – guardando il mondo, viene il dubbio che tutto questo lavoro che punta a promuovere la Memoria serva a poco. Una sensazione che resta, ma che non ci deve assolutamente fermare. Il viaggio con il Treno della Memoria e le iniziative organizzate devono servire come i richiami dei vaccini, perché l'antidoto al male dell'uomo non esiste, ma ci si può vaccinare, grazie alla conoscenza".
E le otto studentesse lo confermano con le loro testimonianze. "Siamo tornate diverse ma più consapevoli, cariche di emozioni e ricordi vissuti e raccontati dai supertiti, ma anche con la difficoltà di immaginare quanto grande sia la crudeltà dell'uomo. Il nostro compito è di non dimenticare, e di trasmettere agli altri un messaggio di dialogo e accettazione dell'altro, per un futuro migliore. Perché l'ebreo deportato ad Auschwitz non diventi, oggi, l'immigrato sbarcato a Lampedusa, perché l'altro non torni di nuovo a far paura ed essere oggetto di discriminazioni e violenze".