Il M5S di Cavriglia, dopo aver incontrato il comitato No Tunnel Tav, torna all’attacco, critica il decreto e ribadisce il proprio no: “Grosso pericolo per il conferimento delle terre a Cavriglia. Meglio non fidarsi”.
Dopo aver incontrato il comitato No Tunnel Tav, il Movimento 5 Stelle torna all’attacco sulle terre di scavo. E ribadisce il proprio no, incondizionato: “E’ un grosso pericolo”.
“Se ci fermiamo ad una visione superficiale della situazione e di come viene raccontata – sottolinea il gruppo – tutto ciò sarebbe molto conveniente per il nostro comune, giacché questa operazione consentirebbe di ricevere, assieme ad altri comuni del Valdarno, una somma pari a circa 22 milioni di euro e ciò avrebbe delle significative ricadute in opere infrastrutturali da realizzarsi nel territorio, come per esempio interventi di riqualificazione della viabilità fra Porcellino e Restone”.
“Passando però ad un’attenta valutazione dell’argomento, si capisce bene come vi sia nascosto sotto un grande pericolo, che si potrebbe facilmente riassumere in poche questioni: qual è la qualità di queste terre? Come si può avere la certezza che i controlli su di esse saranno effettivamente compiuti in modo regolare e attinente alla legge? E poi, come interpretare la legge emanata a riguardo?” rilancia il Movimento 5 Stelle.
La forza di opposizione fa notare: “Il decreto del 10 Agosto 2012 n. 161ministeriale autorizza, a determinate condizioni e presupposti, la trasformazione dei rifiuti da scavo in sottoprodotti, consentendo il loro conferimento in luoghi diversi dalle discariche. Questo decreto ci dice inoltre che i materiali da scavo possono contenere, sempre che la composizione media dell’intera massa non presenti concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti massimi previsti dal presente regolamento, anche i seguenti materiali: calcestruzzo, bentonite, polivinilcloruro (PVC), miscele cementizie ed additivi per scavo meccanico”.
“Si capisce bene come il primo punto di suddetto decreto sia in grado di trasformare magicamente rifiuti inquinati in sottoprodotti. Dal secondo punto si può invece desumere come il livello di inquinamento non venga stabilito in ogni singolo lotto di terra, ma sull’intera massa prodotta. Per cui si potrebbero avere molte analisi che stabiliscono varie porzioni di terra contaminate, ma decidere per il loro conferimento in discarica solo se tutto il materiale presenti inquinanti con concentrazioni superiori a quelle prescritte. Preme ricordare che le terre che arriveranno a Cavriglia saranno 3 milioni e mezzo di metri cubi, di cui il 20%, cioè 700'000 metri cubi (cifra di gran lunga maggiore al numero che si ricava sommando i metri cubi delle discariche che abbiamo nel territorio: Tegolaia, Forestello e Santa Lucia), potrebbero essere, secondo la legge 161, rifiuti di vario genere”.
“Più e più volte l’ex Sindaco Ferri ed il neo Sindaco Sanni hanno espresso preoccupazione per l’ambiente e richiesto che queste terre fossero monitorate e controllate. Ma non si sono accorti che il decreto ha magicamente trasformato terre inquinate in prodotti buoni di modo che potessero essere smaltite?”. Il Movimento ricorda le parole del dirigente regionale, rimosso, Fabio Zita – “ci sono interessi ed appetiti troppo grandi, è lo specchio dei tempi”, – e conclude: “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”.