Il consigliere comunale pentastellato Lorenzo Naimi interviene dopo il consiglio comunale in cui si è approvato l’atto transattivo che chiude la vicenda dell’inceneritore di Selvapiana. “Ma per le tariffe record davvero non invidiabile, per Figline e Incisa”
Critiche del Movimento 5 Stelle per il costo della Tari a Figline e Incisa. È il consigliere pentastellato Lorenzo Naimi ad attaccare la giunta per i rincari registrati negli ultimi quattro anni: "I numeri non mentono, dal 2014 ad oggi la tassa sui rifiuti è aumentata di oltre il 20% assegnando a Figline e Incisa un record non invidiabile. La responsabilità di tale aumento non può che essere attribuita ai nostri amministratori, nonostante la prima cittadina più di una volta abbia fatto vanto di aver contenuto le tasse".
"La domanda che ci siamo posti – continua Naimi – è se la quantità di rifiuti prodotta dai cittadini fosse aumentata ed ovviamente la risposta è no. Allora ci siamo chiesti se il servizio fosse migliorato in questi ultimi anni ed anche in questo caso la risposta è no. Con queste premesse ci è sembrato ancora più chiara la responsabilità dei nostri amministratori, incapaci non solo di ottimizzare il servizio ma soprattutto di contenere i costi in un momento di crisi economica diffusa in tutto il territorio".
Con il cambio di gestione e il passaggio da Aer a Alia, sottolinea Naimi, le cose non sono migliorate: "Per tre anni abbiamo ascoltato Sindaco e Assessore dire che avevano le mani legate dal fatto che la gara per il gestore unico era ancora in corso ed oggi, conclusa la gara e con un nuovo gestore, le mani si sono liberate: infatti l’aumento è stato addirittura del 12% rispetto al 2017. In termini assoluti dal 2014 ad oggi l’aumento del costo del servizio è stato di oltre 900mila euro. Nell’ammontare complessivo troviamo anche voci come i 35.mila euro per la mancata realizzazione dell’inceneritore di Selvapiana: scelte politiche sbagliate e valutazioni tecniche errate hanno prima promosso il progetto di realizzazione di un inceneritore creando un’apposita società, poi solo a distanza di anni i “competenti” amministratori si sono resi conto che l'opera non era sostenibile provando a far cassa per onorare gli impegni presi per la realizzazione, e l'l’onorario lo pagano i cittadini".
"Un altro dato preoccupante è che dallo scorso anno l’aumento è stato di circa 570mila euro, cifra questa che risulta una vera e propria mazzata per privati e aziende i quali dovranno sommare a tutti gli altri aumenti anche questa imposta comunale", conclude Naimi.