Una giornata intera con Zia Caterina, il suo taxi, i suoi mille colori e travestimenti: quella di ieri a Matassino è stata una giornata intensa, ricca soprattutto di emozioni. Caterina Bellandi, per tutti Zia Caterina, è arrivata già nel pomeriggio, ospite della Parrocchia di Santa Maria Regina, e ha incontrato i bambini nel piazzale davanti alla chiesa, mostrando loro il suo Taxi Milano 25, diventato negli anni il simbolo della sua missione e della sua storia.
Una storia che ha raccontato Alessandra Cotoloni, scrivendo il libro “Taxi Milano 25” proprio raccogliendo la sua testimonianza, con la prefazione di Simone Cristicchi. Zia Caterina ha raccontato la sua storia ieri sera, alle 21, in un incontro aperto a tutti al Centro Pastorale, nel quale erano presenti oltre un centinaio di persone.
Ed è stato un racconto che ha mostrato bene i suoi due lati: quello colorato, variopinto e divertente di quella che lei chiama la sua “corazza”, e quello forte ed emozionante, legato non solo alle sue esperienze personali, ai lutti e alle difficoltà che hanno segnato la sua vita, ma anche ovviamente alla missione che si è data: quella di accompagnare e stare vicina ai bambini malati che devono raggiungere il Meyer, l’ospedale fiorentino, per le cure.
“Stefano, il mio amore, se n’è andato nel 2001. Ed è stato in quel momento che ho capito che non avevo capito nulla, e che ho intrapreso un cammino per capire questo mistero enorme che è la vita e la morte”. Stefano le lascia il suo taxi, e lei decide di trasformarlo nella sua missione, essere al fianco dei bambini che soffrono. Zia Caterina racconta anche del suo lutto più recente, la perdita dell’amata madre, e di come sia difficile a volte ripartire. “Ci sono momenti in cui non senti di avere le forze, di avere gli strumenti. Poi però quegli strumenti arrivano, non si sa come. Solo la fede può davvero spiegarlo”.
Il suo infatti è anche un messaggio di fede che spinge verso la rinascita: “Spero che alla fine di questa serata potremo dirci che tutti noi crediamo in qualcosa di più grande”.