Ieri mattina, prima della manifestazione a Firenze, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono stati invitati a parlare al Consiglio comunale di Reggello. Intanto anche Cna del Valdarno lancia l’allarme: “Si rischiano forti contraccolpi sul tessuto economico e sociale del Valdarno”
Sono stati invitati a parlare, ieri mattina, durante il Consiglio comunale di Reggello: i rappresentanti sindacali di Fiom, Fim e Uilm hanno raccontato la vicenda Bekaert, le modalità con cui l'azienda ha comunicato la chiusura totale del sito, all'improvviso, le lettere di licenziamento inviate a casa quando ancora gli operai erano in fabbrica.
L'iniziativa è stata voluta dai consiglieri comunali e dall'Amministrazione di Reggello, anche in vista dell'incontro di ieri pomeriggio in Regione e di quello in programma, oggi, al Ministero dello Sviluppo Economico. Durante la seduta consiliare di ieri mattina, il Consiglio di Reggello ha anche approvato un Ordine del giorno urgente di solidarietà e sostegno ai lavoratori Bekaert.
Nel testo, tra le altre cose, si legge: "Questa scelta aziendale è dettata dalla logica della delocalizzazione: la Bekaert intende chiudere per spostare la produzione negli stabilimenti in Slovacchia e Romania", nonostante lo stabilimento di Figline sia "di eccellenza: l’ultimo prodotto che qua è stato studiato e progettato per essere commercializzato è la corda UT, ultima tipologia di corda uscita sul mercato".
Il Consiglio si impegna "a dichiarare la propria solidarietà e vicinanza alle famiglie e ai lavoratori e alle lavoratrici dello stabilimento figlinese che ieri hanno perso il lavoro; la partecipazione da parte del Comune di Reggello ai tavoli di concertazione insieme agli altri Comune del Valdarno Fiorentino e Aretino, alle associazioni sindacali di categoria e alle Autorità competenti, al fine di trovare una soluzione alternativa alla chiusura dello stabilimento". Infine, "a dichiarare la propria adesione alle iniziative di mobilitazione organizzate dai lavoratori e dalle associazioni sindacali di categoria contro la decisione di chiusura dello stabilimento".
E sempre ieri è arrivata anche la nota di Cna del Valdarno aretino, sulla vicenda Bekaert. "Un grave atto di irresponsabilità che colpisce il tessuto economico e sociale del Valdarno, il mondo del lavoro della vallata con pesanti ripercussioni su lavoratori, famiglie, imprese artigiane dell'indotto".Così Fabio Mascagni, Presidente CNA Valdarno, definisce la chiusura della Bekaert di Figline. "Azioni spregiudicate come questa mosse esclusivamente da criteri di profitto aziendale creano contraccolpi impossibili da superare in questa complessa fase economica, specie per chi, penso a molti lavoratori dell'azienda, avrà difficoltà a trovare opportunità di ricollocazione nel settore metalmeccanico perché non più giovane e radicato nel territorio".
"La perdita di occupazione si somma alla perdita di maestranze qualificate e di capacità imprenditoriali di tutte quelle aziende che gravitano attorno alla multinazionale belga e che su quel rapporto di lavoro hanno investito risorse. La decisione appare ancor più grave perché non legata ad una crisi aziendale, ad un calo di produttività e di commesse – è il commento del Presidente Mascagni – la proprietà ha deciso di delocalizzare per abbattere i costi d'impresa e aumentare i profitti, con un'azione spregiudicata priva di scrupoli. Qui si parla di economia reale, di una grande azienda che ha radici nel territorio, di piccole imprese legate a doppio filo con la ex Pirelli, di famiglie per le quali il futuro diventa d'un colpo incerto".
"È l'occasione – conclude Mascagni – per le istituzioni e la politica di intervenire con forza e determinazione facendo prevalere l'interesse collettivo al di là delle appartenenze politiche e di attivare tutti i canali fino a portare la questione sui tavoli nazionali e oltre se serve. In queste ore in cui tutti si stanno mobilitando su più fronti, il coraggio di un'azione congiunta sarebbe la migliore forma di solidarietà ai tanti lavoratori in allarme".