18, Maggio, 2024

Scissione nel Pd, i sindaci del Valdarno aretino e fiorentino: “Rimaniamo nel Partito”

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Tutti quelli interpellati non condividono la scelta dell’ex premier Matteo Renzi

L'ex premier, il rignanese Matteo Renzi, lascia il Pd e fonda il partito "Italia viva": aderiscono 25 deputati e 15 senatori. In Valdarno aretino e fiorentino come è stata accolta la decisione? Lo abbiamo chiesto ai primi cittadini.

Tutti hanno espresso la ferma volontà di rimanere all'interno del Pd. Lo fanno, senza commentare, il sindaco di Terranuova Sergio Chienni, la collega di Laterina Pergine Simona Neri e il collega di Reggello Cristiano Benucci. Sulla stessa linea anche il sindaco di Castelfranco Piandiscò, Enzo Cacioli, che dichiara: "Come sindaci siamo uniti, a livello locale, continuando il percorso intrapreso all'interno dell'ambito del Partito Democratico". 

Il sindaco di Cavriglia Leonardo Degl'Innocenti o Sanni: "Credo che al di là dei tecnicismi il Pd abbia insito nel Dna una sorta di masochismo che porta alla scissione. In un momento in cui è possibile e necessario il cambiamento questo era da evitare. Mi dispiace: mi sembra un errore". Gli fa eco il sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai: "Io rimango nel Pd. Il centrosinistra non aveva bisogno di una scissione".

Il sindaco di San Giovanni Valentina Vadi: " Non condivido la scelta di Renzi. Non ho condiviso la scelta fatta da Bersani e altri nl 2015 di uscire dal Partito democratico in aperta polemica con l'allora premier e segretario Matteo Renzi e non condivido la scelta di Renzi nella stessa e opposta posizione. Credo che un partito che si definesca democratico debba avere al proprio interno la capacità di discutere, confrontare in maniera dialettica le proprie posizioni e poi arrivare  una sintesi più collegiale possibile. Uscire e costituire partiti autonomi non ha a mio avviso alcun senso soprattutto in una fase politica così critica".

 

Ha preso posizioni nette invece il sindaco di Rignano, Daniele Lorenzini, eletto con la lista civica "Insieme per Rignano" alle ultime amministrative, dopo i contrasti con il Pd locale allora a guida Tiziano Renzi. In una dichiarazione resa ad Adnkronos, Lorenzini ha affermato: "L'abbandono del Pd da parte di Renzi è l'esito di un percorso abbastanza prevedibile, anche da anni. Può lasciare un po' sorpresi, semmai, la tempistica scelta per l'abbandono, pochi giorni dopo che proprio Renzi è stato in prima linea a sostenere l'accordo per far nascere il nuovo governo. Trovo tutto ciò un po' singolare, a meno che l'accordo non sia servito a Renzi per rientrare in gioco ed essere ora tra i protagonisti che potranno accendere o spegnere la luce del governo Conte bis". Sulla sua collocazione, Daniele Lorenzini ha aggiunto: "Il mio rientro all'interno del Pd non è all'ordine del giorno: basta vedere come ogni giorno il partito di Rignano attacca me e la mia amministrazione. A Rignano accade cioè il contrario di quello che succede altrove, dove invece ci si impegna per allargare il campo del centrosinistra anche alle esperienze civiche".
 

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