19, Novembre, 2024

Schiuma nel torrente Resco a Vaggio, interviene Arpat: “Probabile fonte, un impianto di pompaggio delle fogne guasto”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Intervento di ARPAT a seguito di segnalazioni di alcuni cittadini e della Polizia municipale per la presenza di schiuma bianca sulle acque del torrente. La causa probabile un guasto, verificato anche da Publiacqua, ad un impianto di pompaggio delle fogne, che riversa i liquami nel fiume

Una densa schiuma bianca che galleggia in un tratto del torrente Resco che va dal centro dell'abitato di Vaggio, e fin verso Matassino: è la scena che hanno notato alcuni cittadini, facendo scattare le segnalazioni agli enti competenti. Oltre alla Polizia municipale, sul posto sono intervenuti anche i tecnici di Arpat, che hanno individuato la probabile fonte: un guasto all'impianto di pompaggio delle fogne, di competenza di Publiacqua, che avrebbero riversato sul fiume i liquami. 

Il sopralluogo di Arpat è di ieri, 31 marzo, ma i tecnici spiegano che "già lunedì 29 marzo, la Polizia Municipale di Pian di Scò ci aveva attivati per le segnalazioni che avevano ricevuto da cittadini che avvistavano schiume nei tratti terminali del fiume; i loro accertamenti avevano però evidenziato che le schiume non erano presenti nel ramo del fiume proveniente dalla provincia aretina". A Vaggio, infatti, il Resco riceve acqua da due diversi tratti, uno che attraversa il territorio di Castelfranco Piandiscò, l'altro che arriva da Reggello. 

"L’ufficio ambiente del Comune di Reggello, prontamente attivato, ha constatato l’attivazione dello scolmatore fognario (scaricatore di piena), in prossimità del ponte in località Vaggio che recapitava quindi i reflui fognari direttamente nel fiume – spiega Arpat – lo scolmatore, come comunicato da Publiacqua, si era attivato per un malfunzionamento delle due pompe di sollevamento".

Durante il sopralluogo di ieri, svolto insieme al personale del Comune di Reggello e di Publiacqua, per individuare l’origine delle schiume ed escludere altre fonti diverse da quello scolmatore, è stato percorso gran parte del torrente Resco, da monte verso valle, partendo da Cascia ponte vecchio, dove non sono state riscontrate le schiume, fino all’abitato di Vaggio, dove sono state individuate le schiume alla confluenza con il ramo che proviene dalla zona di  Pian di Scò. 

"Subito a valle della confluenza – spiega ancora Arpat – è presente lo scolmatore a servizio del sollevamento dei liquami della fognatura allacciata al depuratore di Lagaccioni, che, come già osservato il 29 marzo, stava sversando. Scendendo ancora verso valle, in località Vecchietto, le schiume erano più evidenti e in alcuni casi erano spesse circa 20 centimetri. La presenza di queste schiume è stata accertata anche in prossimità dell’abitato di Matassino". 

Schiume che dunque non sono quelle che a volte si registrano in questo periodo sui fiumi come fenomeni naturali, ma "corpose a forma di pacchetto", spiegano i tecnici, segno di un problema evidente. Schiume che "si rilevano solo dopo l’abitato di Vaggio, in particolare dopo l’immissione dello scarico dello scolmatore. Nel corso del sopralluogo sono stati effettuati dei campionamenti, sia della schiuma, per determinarne l’origine, che di acqua, per la determinazione dei tensioattivi. Già nel mese di novembre 2020 – ricorda Arpat – un altro sversamento di uno scolmatore della stessa fogna aveva interessato il torrente Resco, che, come in questo caso, si era attivato in assenza di precipitazioni atmosferiche e di un conseguente aumento di volume del refluo e senza che il Gestore ne fosse a conoscenza". 

Arpat spiega che ancora si stanno aspettando le verifiche di laboratorio, ma sulla base di quanto accertato fino ad ora "ci attendiamo che il problema delle schiume consistenti si risolva non appena riparato il guasto all’impianto di sollevamento. La problematica della affidabilità di questo tratto fognario era già stata posta all’attenzione della Regione Toscana e di Publiacqua, che dovranno decidere gli interventi idonei a ridurre la frequenza e la durata di questi episodi". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati