Il sito etrusco figlinese sta andando avanti grazie a finanziamenti di privati. Tanto il materiale ritrovato. L’idea di Archeo Club Valdarno superiore è di realizzare in futuro un museo archeologico del Valdarno aretino e fiorentino
Il sogno sarebbe quello di un museo archeologico del Valdarno aretino e fiorentino, un territorio ricco di storia e che ancora nasconde o rivela in parte le vestigia di un passato importante. Ma non sempre la storia può essere riportata in auge a causa della mancanza di risorse economiche. Per questo, in maniera provocatoria, secondo il presidente di Archeo Club Valdarno superiore, Silvia Pianigiani, archeologa, i reperti riportati alla luce, forse starebbero meglio sotto terra piuttosto che in una stanza dove nessuno li può ammirare. Il sito de La Rotta nel comune di Figline Incisa, da questo punto di vista, è solo uno degli esempi sparsi nella vallata. Situato in un terreno privato vi sono stati ritrovati i primi materiali alla fine degli anni '90 grazie all'opera di alcuni dei fondatori dell'Archeo Club, associazione nata nel 2002 proprio per portare avanti i lavori di scavo. Si tratta, però, di un sito 'chiuso': viene aperto soltanto durante gli scavi e non è possibile accedervi.
Si tratta di un sito etrusco agli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C. Il cui limite cronologico più antico risale agli ultimi decenni dell’VIII secolo a.C.
“Lo scavo de La Rotta nasce quando quelli che poi saranno i fondatori di Archeo Club trovarono i primi frammenti lungo la strada che collega Figline a San Giovanni – spiega Silvia Pianigiani, archeologa e presidente di Archeo Club Valdarno superiore – La Sovrintendenza ai beni archeologici della Toscana organizzò la prima campagna di scavo. Si tratta di un sito etrusco: dalla metà del VII° secolo fino al periodo ellenistico del III° secolo avanti Cristo. Sinora abbiamo trovato molto materiale ceramico ma poche strutture murarie. Quanto scoperto però ha fatto subito comprendere l'importanza del sito”.
Gli archeologi, tutti volontari, stanno scavando da 15 anni ma servono fondi per continuare a farlo. Nel 2013 gli scavi sono ripresi grazie al finanziamento dei Lions Clubs della Toscana.
“Lo scavo era schiuso da cinque anni. Grazie all'aiuto del Lions club è stato riaperto. Sono arrivate tante informazioni attraverso il materiale ceramico. La storia degli Etruschi in Valdarno non è molto documentata perchè si è scavato poco. Alla Rotta tra i materiali più antichi abbiamo lastre importanti che decoravano palazzi altrettanto importanti. L'ipotesi è quella di un palazzo magari appartenente a un signore. Passando al quinto secolo abbiamo trovato uno scarico ceramico notevole e una probabile area sacra: abbiamo la struttura muraria”. Questo farebbe pensare all’esistenza nel sito de La rotta di una fase insediativa di tutto rispetto.
Tanto materiale ritrovato e conservato in cassette all'interno della sede di Archeo Club Valdarno superiore: ceramiche e oggetti d'uso quotidiano come rocchetti, fuseruole e vasi di bucchero. Vengono lavati, puliti e catalogati. Un lavoro attento e certosino svolto dai restauratori.
“Adesso abbiamo tanto materiale da lavare e valorizzare. La Sovrintenza ci manda reastauratori e grazie al comune abbiamo una sede per ospitare tutto il materiale. Come si lavano gli oggetti? Con l'acqua fredda. Siamo davanti a materiale cotto male, aggiustato o rotto: lavarlo con troppo liquido potrebbe distruggerlo. Dobbiamo ripulire talvolta solo con uno spazzolino”.
Ma occorrono ancora fondi per continuare gli scavi e soprattutto occorre l'interessamento delle amministrazioni dell'intero Valdarno perchè l'auspicio e forse il sogno di Archeo Club Vladarno superiore è quello di un museo archeologico dell'intera vallata. Solo così la storia del territorio attraverso il materiale e gli oggetti ritrovati può essere condivisa e conosciuta dai cittadini.
“Siamo del concetto che il materiale è inutile portarlo fuori dalla terra se poi non viene studiato e non viene condiviso con la comunità. Non ha senso tenere materiale e di conseguenza informazioni così preziosi in un magazzino, tanto vale tenerli sotto terra. Il nostro obiettivo è divulgare tutto: auspichiamo un museo archeologico del Valdarno che manca”.
Ci sarebbero anche altri siti in Valdarno ma non sono visitabili. Intanto Archeo Club Valdarno superiore continua la propria attività come quella di sensibilizzare i giovani con iniziative e incontri, sia in estate che in inverno.
Questi siti archeologici raccontano la storia del territorio attraverso gli oggetti e le strutture che rivelano: ma la passione di archeologi e restauratori non basta, occorrono risorse economiche che sarebbero ben investite visto che non esiste futuro senza passato.