Una città raccolta nel ricordo di uno dei più alti simboli della lotta alla criminalità organizzata. Questa mattina, in piazza Carlo Alberto dalla Chiesa, San Giovanni Valdarno ha reso omaggio al generale e prefetto, a 43 anni dal vile attentato mafioso in cui perse la vita insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo.
Alle 9.30, davanti al monumento dedicato al Generale, l’Associazione Nazionale Carabinieri – sezione “Carlo Alberto dalla Chiesa” – ha promosso una cerimonia solenne, alla presenza delle autorità civili e militari. Il momento più significativo è stato la deposizione della corona di alloro ai piedi della stele commemorativa, un gesto di gratitudine e rispetto per l’impegno e il sacrificio di un uomo che dedicò la sua vita al servizio dello Stato.
Le parole delle istituzioni. Nel corso della commemorazione, la sindaca Valentina Vadi ha ricordato l’attualità della figura del Generale:”Il Generale Dalla Chiesa è stato un servitore dello Stato, prima nella lotta al terrorismo e poi nella battaglia contro la mafia siciliana. Ancora oggi ha un valore enorme ricordare la sua figura come monito, soprattutto per le giovani generazioni, perché crescano secondo i valori del rispetto delle regole, della legalità e del rispetto degli altri. Ringrazio l’Associazione Nazionale Carabinieri e il suo presidente per aver realizzato questo monumento, inaugurato proprio il giorno dell’anniversario della sua morte”.
Il prefetto di Arezzo, Clemente Di Nuzzo, ha sottolineato la statura storica e morale del Generale:”Commemorare Dalla Chiesa significa ricordare uno degli uomini più significativi della nostra storia recente. È colui che seppe infliggere colpi decisivi al terrorismo con capacità investigative innovative e che mise la sua esperienza al servizio della lotta alla mafia. La sua missione a Palermo durò pochi mesi, ma il suo sacrificio ha rappresentato un punto di svolta: lo Stato ha saputo raccogliere la sua eredità e dimostrare la propria forza contro le mafie”.
La cerimonia di oggi è stata preceduta, martedì 2 settembre, da una serata di cinema e riflessione in piazza Cesare Battisti. Nell’ambito della rassegna “La nostra memoria inquieta”, è stato proiettato I cento passi di Marco Tullio Giordana, film che racconta la vita e il sacrificio di Peppino Impastato, il giovane giornalista e attivista siciliano ucciso da Cosa Nostra nel 1978.
Un momento particolarmente intenso è stato l’intervento dei ragazzi delle scuole sangiovannesi, Licei Giovanni da San Giovanni e Isis Valdarno, che hanno espresso pensieri di commemorazione e riflessione. Attraverso le loro parole hanno ricordato come la figura del Generale rappresenti un esempio di coraggio e di integrità, un modello da cui i giovani devono trarre ispirazione per costruire un futuro fondato sulla giustizia e sul rispetto delle regole.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Carabinieri e Libera Valdarno, ha rappresentato un ponte ideale tra la storia di due figure simboliche della resistenza civile alla criminalità organizzata: Impastato e Dalla Chiesa. Entrambi, pur con percorsi diversi, hanno incarnato il coraggio della denuncia e il rifiuto dell’omertà, pagando con la vita la loro battaglia per la legalità.
Memoria viva per il futuro. Le celebrazioni del 43° anniversario dell’attentato non sono soltanto un momento di commemorazione, ma anche un invito a riflettere sul valore della memoria come strumento di educazione civile. In questa occasione, il sindaco Valentina Vadi, a nome di San Giovanni, ha rivolto il proprio saluto al colonnello Claudio Rubertà che lascia la guida del Comando Provinciale per andare a ricoprire un altro incarico.
San Giovanni Valdarno, con questa due giorni di iniziative, rinnova il proprio impegno a coltivare i valori di giustizia, responsabilità e rispetto delle regole, affinché il sacrificio di Carlo Alberto dalla Chiesa non resti confinato alle pagine della storia, ma continui a essere guida per le generazioni presenti e future.

