Da qualche mese le essenze della foresta sono state studiate e combinate insieme secondo le antiche ricette della spezieria dell’abbazia di Vallombrosa. E così quell’antica arte è tornata in vita
Un millennio di storia custodito nell'antica foresta di Vallombrosa, che rinasce grazie ai profumi e agli olii essenziali. Un viaggio fatto di aromi unici che affondano le loro radici in quella storia iniziata grazie a San Giovanni Gualberto, il Santo delle foreste e patrono dei forestali che nel 1036 si ritirò a Vallombrosa fondando l’ordine dei monaci Benedettini Vallombrosani e l’imponente abbazia.
La storia dell'Abbazia è sempre stata legata a quella della foresta, dello studio dei suoi componenti, delle proprietà curative. Furono i monaci, nei secoli successivi alla nascita del monastero, a dar vita alla grande tradizione botanica vallombrosana studiando ed impiantando quella che oggi è una delle riserve biogenetiche più particolari e ricche del paese.
A Vallombrosa, già nel 1689, esisteva una spezieria molto famosa e dalla quale nacque la scuola di Vallombrosa a cui appartennero naturalisti illustri come l’abate Virgilio Falugi, una delle grandi figure della storia botanica italiana. Sul finire del 1700, nonostante la già presente cultura e tradizione di selvicoltura e botanica, il monaco Antonio Fornaini diede una nuova propulsione per salvaguardia delle foreste ritenendo la selvicoltura una disciplina autonoma rispetto alle altre.
È in questo contesto che Vallombrosa diventa nel tempo meta d’incredibili e molteplici viaggiatori. Tra questi Mary Shelley, l'autrice di Frankenstein, l’Ariosto, Arthur Wellesley Duca di Wellington, Gabriele D’annunzio, Galileo Galilei e Frederic Chopin, tanto per citarne alcuni, senza dimenticare John Milton, che nel suo Paradiso Perduto volle brevemente descrivere questo luogo.
Negli ultimi mesi, alcuni reggellesi hanno provato a riaccendere l'interesse anche sui profumi e sulle essenze che caratterizzano la foresta vallombrosana. Così è nata l'esperienza degli Speziali Vallombrosani, piccola linea locale composta esclusivamente da prodotti legati alla foresta: tra i protagonisti il faggio e il pino nero, piante simbolo insieme all'abete bianco di quell'immenso polmone verde che sovrasta il Valdarno.