20, Aprile, 2024

Rapina alla Banca Popolare di Milano: i carabinieri rintracciano e arrestano uno dei responsabili

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La rapina alla BPM risale all’11 settembre dell’anno scorso. Fruttò ai rapinatori 153mila euro

Alle 15.00 dell'11 settembre 2019 tre rapinatori entrarono alla Banca Popolare di Milano in via Petrarca a Figline. Con il volto parzialmente coperto chiusero per un'ora nel bagno dipendenti e clienti, in tutto 16 persone tra cui due bambini, obbligarono la cassiera ad aprire le casseforti e il bancomat, presero 153mila euro e fuggirono. Adesso, dopo lunghe indagini, i carabinieri della compagnia di Figline, in collaborazione con i colleghi di Gravina di Catania (CT) e Giarre (CT), hanno identificato e arrestato uno dei tre, un 40enne pregiudicato di Catania, per rapina pluriaggravata in concorso, dando così esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Firenze Silvia Romeo.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Firenze e condotta dai carabinieri di Figline Valdarno, anche grazie all'aiuto dei colleghi della Sezione Investigazioni Scientifiche del comando provinciale carabinieri di Firenze, "ha permesso di raccogliere gravi, concordanti ed univoci indizi di colpevolezza a carico dell’indagato in relazione alla sua materiale partecipazione alla rapina, in concorso con altri due soggetti, verosimilmente corregionali".

Grazie ai rilievi svolti dal personale della Sezione Investigazioni Scientifiche, i militari hanno identificato l'uomo attraverso le impronte digitali che aveva lasciato sia sulla porta del bagno che sulla busta dove erano stati sistemati i soldi presenti nella cassaforte. Visti i suoi precedenti penali, anche per rapina in banca, i carabinieri hanno proceduto anche al suo riconoscimento fotografico da parte delle vittime. L'uomo è stato portato nel carcere di Gravina di Catania.

I carabinieri di Figline Valdarno hanno, poi, eseguito una perquisizione nell’abitazione di uno dei complici dove hanno sequestrato, tra l’altro, la somma contante di 6.500 euro, ritenuta provento delle illecite attività oggetto di indagine, e 23 grammi circa di hashish".

 

 

 

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