23, Novembre, 2024

Quarant’anni fa i primi obiettori di coscienza della Caritas: “Quel messaggio di pace è ancora valido”. Parte la ricerca di altri obiettori di allora

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Era il 15 dicembre 1972, quando venne approvata la Legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare: in quel momento, dunque, si aprì questa possibilità per chi voleva compiere una scelta alternativa, mettendosi comunque al servizio degli altri. E nei primissimi anni ’80, poco più di quarant’anni fa, tra coloro che fecero la scelta dell’obiezione di coscienza e del servizio civile alternativo promosso da vari enti e associazioni, con la Caritas di Arezzo ci furono cinque giovani provenienti dal mondo cattolico: Gianfranco Donato, Anselmo Grotti, Gianni Grazzini, Franco Monnicchi, Marco Baldini. Nel gennaio 1981 iniziò proprio con loro cinque un’esperienza che negli anni produsse oltre 650 adesioni tra cui decine anche nel Valdarno.

Oggi quei cinque ragazzi hanno deciso di ritrovarsi, con un obiettivo preciso, come spiega Gianfranco Donato. “Siamo cinque amici che storicamente negli anni ’80 hanno iniziato con la Caritas di Arezzo l’esperienza del servizio civile, applicando la Legge sull’obiezione di coscienza. Casualmente ci siamo ritrovati in questi giorni, e ci è sembrato anche doveroso per certi versi lanciare questo messaggio per capire anche cosa è rimasto di questo messaggio legato alla pace e alla non violenza. Un messaggio particolarmente importante in questi giorni, mentre soffiano drammatici e insensati venti di guerra dalla Russia, e assistiamo da molti anni alla cosiddetta terza guerra mondiale a pezzi, come la definisce Papa Francesco, mentre i vescovi e i sindaci del Mediterraneo si danno appuntamento a Firenze per riflettere insieme su cittadinanza e pace, in questa settimana, nel ricordo di Giorgio La Pira, che con Don Milani, Balducci, fu tra gli ispiratori della nostra scelta di obiezione di coscienza, la scelta di rendersi utili attraverso il servizio civile”.

Donato ricorda alcuni dei momenti più significativi dell’esperienza del servizio civile: “Innanzi tutto il mettersi al servizio degli altri. Ma anche le esperienze formative incoraggiate dal sacerdote che allora guidava la Caritas, Monsignor Mario Randellini. Conserviamo di lui un caro ricordo per la sua disponibilità e capacità di incoraggiarci in questa non semplice esperienza. Forse aiutato anche dai suoi trascorsi come cappellano nel campo prigionieri di Laterina. E poi sicuramente le esperienze fatte con i giovani, gli anziani, i poveri, il servizio nei luoghi colpiti dal sisma del 1980 in Irpinia. Tra l’altro nei primi anni di applicazione della legge il servizio civile durava 20 mesi: ma per noi è stata scuola di vita, e non solo. Si è trattato di un’esperienza che ha inciso profondamente nel nostro cammino di vita, gli obiettori di allora sono oggi sessantenni docenti, insegnanti, amministratori, dirigenti, responsabili sanitari, sindaci ma anche responsabili di cooperative sociali e di organizzazioni non profit come Emmaus Italia: persone che hanno continuato a dedicarsi anche al territorio e agli altri”.

Ora l’obiettivo è di allargare questa rete di confronto raccogliendo quante più testimonianze possibili di obiettori di coscienza: solo per la Caritas in provincia di Arezzo furono appunto oltre seicento. “Un vero esercito di pace! E il desiderio è di mettere insieme storie e riflessioni che potrebbero scaturire in una iniziativa alla quale stiamo pensando per riflettere su come rispondere anche oggi alle situazioni di guerra e di violenza che riguarda anche le relazioni personali”.

Per tale motivo è stata aperta una mail alla quale si può scrivere per raccontare la propria esperienza: la mail è obiettori.arezzo@gmail.com

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati