Il Piano regionale per la qualità dell’aria, già approvato dalla giunta regionale e inviato al consiglio, punta a ridurre le emissioni di PM10 e di ossidi di azoto. Entro il 2020, l’obiettivo è di portare a zero la percentuale di popolazione esposta a livelli di inquinamento oltre i valori limite di PM10: oggi è pari al 17,2%, e tra le aree di superamento c’è anche il Valdarno
È stato approvato dalla giunta regionale a novembre 2017, il Piano regionale per la qualità dell'aria (in sigla PRQA) il cui obiettivo è di promuovere azioni per ridurre in maniera concreta l'inquinamento atmosferico in Toscana. Un Piano che riguarda da vicino anche il Valdarno: questo infatti è uno dei territori inseriti nella mappa delle aree di 'superamento', ovvero in cui il Pm10 supera nel corso dell'anno i limiti di legge.
Nel 2017 gli sforamenti registrati dalla centralina Arpat di Figline sono stati una trentina, meno dei 35 che fanno scattare le misure di limitazione al traffico e all'accensione di camini e stufe: ma la popolazione del Valdarno fa parte di quel 17,2% dei residenti in Toscana che sono esposti a livelli di inquinamento oltre i valori limite di Pm10, insieme ad aree come la Piana lucchese, la Valdinievole, la Piana tra Prato e Pistoia.
"Anche a fronte di una generale e continua riduzione dei livelli delle sostanze inquinanti – si legge tra l'altro nel Piano – occorre ridurre ulteriormente le emissioni in atmosfera in considerazione dei seppur parziali superamenti dei valori limite. Le sostanze inquinanti sulle quali bisogna agire in via prioritaria sono il particolato fine primario PM10 e PM2,5 e i suoi precursori e gli ossidi di azoto".
Le polveri sottili, in particolare, sono dovute "prevalentemente dai processi di combustione (biomasse, veicoli a diesel, etc.)" e "la principale sorgente di emissione del particolato primario sia da ricercarsi nella combustione della biomassa, sia come abbruciamenti all’aperto di sfalci e potature, sia nell’uso di legna e pellet per il riscaldamento domestico. Altri settori quali le emissioni legate alla mobilità, pur essendo percentualmente inferiori, non possono essere tuttavia trascurate".
Le azioni previste dal Piano sono suddivise per settore: mobilità, urbanistica, agricoltura, rifiuti, industria, energia, educazione ambientale. Nel settore Mobilità sono previsti incentivi sia per l'utilizzo del trasporto pubblico locale (TPL) che per la mobilità dolce; nel settore Urbanistica viene previsto il divieto di utilizzo di biomassa per il riscaldamento nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni, oltre alla promozione di edilizia sostenibile; in Agricoltura l'obiettivo è di migliorare le pratiche di smaltimento di sfalci e potature per il quale si prevede un accordo con le associazioni di categoria; per i Rifiuti, il Piano punta all’applicazione della tariffa puntuale per la raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, l’incremento del ritiro gratuito di sfalci e piccole potature, il raggiungimento a livello regionale di una raccolta differenziata del 70%. Previste per l'Industria indicazioni tecniche e amministrative per le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera; fondi per le rinnovabili nel settore dell'Energia e prescrizioni di efficienza minima per gli impianti termici a biomassa ad uso civile, con più controlli sugli impianti domestici destinati al riscaldamento. L’Educazione Ambientale, infine, è ritenuta azione strategica e trasversale per diffondere una maggiore consapevolezza rispetto alle cause e alle azioni che incidono sulla qualità dell'aria.