19, Novembre, 2024

Prada, Report e la delocalizzazione all’estero: uno scontro sul valore del Made in Italy, con il Valdarno che resta a guardare

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L’inchiesta della trasmissione Report nasce dalle oche spiumate vive per riempire i piumini, e finisce con l’affrontare il tema del Made in Italy che produce all’estero. Patrizio Bertelli attacca la Gabanelli: “Naturale che un’ impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti”. La giornalista replica: “Non è illegale produrre all’estero, ma da avidi”

"La Gabanelli si è dimostrata stupida, il suo modo di affrontare il problema delle oche è tipico di una cultura vecchia di trent'anni. Naturale che in un mondo globalizzato un'impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti, per esempio in Ucraina o in Slovenia, e non si può impedirlo in un mercato liberale. Questo non vuol dire che dobbiamo fare i carabinieri sui produttori ai quali ci affidiamo".
"Bertelli ha ragione, sono ostinatamente stupida: ma lui è avido, come il Made in Italy che produce all'estero. Nessuno gli impedisce di andare a produrre in Transnistria (un paese nemmeno riconosciuto dalle Nazioni Unite) per 30 euro i suoi giacconi in vendita a 2.000, ma non si stupisca se qualcuno lo racconta e si chiede perchè non produrre qui, in Italia". 

Il botta e risposta, che ha fatto notizia in questi giorni, è fra il patron di Prada, Patrizio Bertelli, e la giornalista di Report, Milena Gabanelli. Al centro c'è la puntata di Report andata in onda il 2 novembre scorso. Si chiamava "Siamo tutti oche", e partiva proprio dal fenomeno dello spiumaggio di oche vive per riempire i piumini di gradi firme della moda, come Moncler. Ma poi arrivava al cuore del problema: la delocalizzazione all'estero di quello che dovrebbe essere il Made in Italy. E citava anche Prada: che, come altri, ha spostato parte della produzione in paesi dell'est europeo in cui la manodopera ha costi minori. 

Si parla di Prada, il gruppo della moda che per il Valdarno è stato in questi anni di crisi economica un punto di riferimento. Che nel Valdarno aretino, a Terranuova e Montevarchi, ha il suo cuore produttivo: stabilimenti propri e indotto, e che ha dato lavoro a migliaia di persone. I dati dicono che negli ultimi cinque anni ha investito oltre 100 milioni di euro in Valdarno e negli ultimi tre anni ha assunto 150 persone. Oggi conta 1700 addetti, più almeno un migliaio nell'indotto.

E prevede di investire nei prossimi anni altri 88 milioni di euro: sempre in Valdarno. Tra questi investimenti, ci sarebbe anche quello per l'apertura della 'Prada Technical Academy', una scuola di formazione per artigiani che dovrebbe nascere a Montevarchi, nel 2015. O almeno così è stata annunciata.

Da una parte il Made in Italy, la scommessa sulle professionalità e le competenze che può offrire il Valdarno: dall'altra l'abbattimento dei costi e la ricerca di maggiori profitti con la delocalizzazione all'estero. "Naturale che un' impresa cerchi risorse produttive con costi più contenuti", ha dichiarato Patrizio Bertelli. "Tornate a produrre qui, potrebbe essere l’ultimo treno che salva, che risolleva le sorti della manifattura, di questo settore che è ormai in ginocchio", è stato l'appello di Milena Gabanelli in chiusura di trasmissione. Un appello che probabilmente l'intero Valdarno è pronto a sottoscrivere. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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