Con un’interrogazione, il consigliere di Linea Civica Matteo Palanti chiede alla Metrocittà di riferire sulle cause “dei nuovi fenomeni di cedimento” e di specificare “i motivi per i quali il cantiere non sia stato avviato in questi anni, chiarendo responsabilità, costi stimati ed il nuovo cronoprogramma dei lavori”
Quelle crepe sul ponte mediceo di San Clemente, fra Rignano e Reggello, finiscono ora anche sul tavolo del Consiglio metropolitano. Ad interrogare la Metrocittà, infatti, è Matteo Palani, consigliere di Linea civica, che chiede spiegazioni su quanto sta avvenendo al ponte, e su quali saranno le prossime misure.
"Il Ponte Mediceo di San Clemente – ricorda il consigliere – risulta gravemente lesionato dal 24 giugno 2008, quando si è verificata la rottura di due delle quattro barre di acciaio, che svolgono funzione di tirante all'arcata destra del ponte; dopo una chiusura temporanea, il ponte fu riaperto al transito dei mezzi leggeri e con una limitazione del senso unico alternato, con pesanti disagi per i cittadini. Ora, a distanza di sette anni dall’ultima rottura, i cittadini e il Comune di Rignano hanno segnalato delle lesioni e degli ammaloramenti vicino ai giunti sui marciapiedi e alla balaustra".
Eppure, sottolinea Palanti, "da sette anni, a seguito anche delle sentenze del Tribunale di Firenze relative a precedenti lavori al ponte, i Comuni di Reggello e Rignano attendono i lavori per la messa in sicurezza ed il consolidamento del ponte mediceo, un’opera promessa e annunciata dalle ultime tre amministrazioni che si sono succedute ma mai realizzata; ma i lavori affidati non sono mai iniziati".
Per questo il consigliere di Linea Civica chiede al Sindaco Metropolitano Nardella e al Consigliere delegato Pescini di chiarire "le cause dei nuovi fenomeni di cedimento e sui risultati dei rilievi effettuati dalla Città Metropolitana; i motivi per i quali il cantiere non sia stato avviato in questi anni, chiarendo le responsabilità, i costi stimati, gli eventuali importi contrattuali ed il nuovo cronoprogramma dei lavori; di specificare se il progetto di adeguamento sia considerato adeguato e risolutivo alla luce dei nuovi eventi che si sono verificati; e, infine, di chiarire le modalità di affidamento dei lavori ed i tempi previsti per l’apertura dei cantieri".