Presentato ieri il piano di Cadla-Duegi: cessione progressiva di tutti e 36 i punti vendita (3 in Valdarno) al gruppo Conad. Intanto è stata richiesta la Cassa integrazione per i dipendenti. Ma la Cisl si dice perplessa sulle cause che hanno portato alla crisi aziendale
Una cessione in tre fasi, che partirà dai punti vendita della costa toscana, per poi arrivare a tutti gli altri. Sono 36 in tutto i negozi Despar ed Eurospar della Cadla-Duegi, compresi quelli di Figline, San Giovanni e Montevarchi. E passeranno di mano: l'azienda ha infatti spiegato che sarà il gruppo Conad ad acquisirli.
Il piano è stato illustrato ieri nel corso del tavolo di confronto aperto ad Arezzo, alla presenza delle istituzioni e dei sindacati. Una prima fase, quella che dovrebbe attuarsi nei prossimi giorni, prevede la cessione di 15 punti vendita a Conad Tirreno. Nella seconda fase la cessione di altri negozi a Conad Umbria, e così pure nella terza fase, per i restanti negozi.
Intanto, l’azienda ha anche annunciato l’apertura del procedimento per la Cassa integrazione speciale presso il Ministero, visto che ad essere interessati dalla vicenda sono lavoratori di ben tre regioni, 600 dei quali salvaguardati su un totale di 800.
"Alla luce di quanto prospettato – commenta il Segretario Cisl Marco Salvini – rimangono forte perplessità e preoccupazioni. Poco ci convince il fattore che avrebbe determinato questa situazione in Cadla, e cioè la mancanza di liquidità. Passi il fatto che c’è una contrazione dei consumi nel settore alimentare, passino anche le difficoltà di accesso al credito, ma è poco credibile quando si vuol legare la questione della mancanza di liquidità al fatto che i negozi non pagano la merce ritirata. Se il 60% dei punti vendita è diretto e solo il 40% indiretto perché non si è cercato di risolvere, per tempo, la questione con questi ultimi?".