28, Marzo, 2024

Partoanalgesia alla Gruccia, il bilancio a due anni dall’introduzione. Richiesta dal 12% delle partorienti

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Attiva e operativa da febbraio 2020, la Partoanalgesia all’ospedale della Gruccia è il risultato della collaborazione fra Anestesisti, Ginecologi e Ostetriche. Nel 2021 è stata richiesta dal 12,5% delle gestanti. Un bilancio a due anni dall’introduzione del servizio, con la testimonianza di due mamme.

“Lorenzo è nato il 25 febbraio 2020 con parto programmato ed indotto presso l’Ospedale della Gruccia in Valdarno”, racconta mamma Rosy, alla seconda gravidanza, la prima figlia era nata all’ospedale di Arezzo proprio perché c’era già questa scelta. “Io sono stata fortunata perché ho avuto la possibilità di essere la prima donna ad usufruire del servizio. Ho scoperto casualmente, durante una visita di routine che avrei potuto far nascere il mio bambino vicino a casa senza il terrore di soffrire. Un sollievo. Tutto è andato secondo i piani, ho trovato un’equipe affiatata e collaborativa, ostetriche sempre presenti, non mi sono mai sentita sola e mi sono ben gestita durante il travaglio grazie al dosaggio dell’anestesia che mi ha permesso di dare alla luce il piccolo senza star male e godermi il momento”.

Anche Sara, primipara, ha partorito Edoardo il 20 aprile 2020 scegliendo la partoanalgesia. “In realtà – spiega Sara – quando ho fatto la visita, non davo per scontato che avrei sicuramente fatto l’epidurale, ma volevo avere la possibilità, sul momento, di poter scegliere e di averla come opzione. Il mio è stato un travaglio di 12h, il mio bambino era grosso, è nato di 4,200kg, sono arrivata in ospedale alle 4 con contrazioni regolari e alle 10 circa la mattina, dopo 6 ore ho optato per l’ anestesia ed il dolore è diminuito. Tornassi indietro lo rifarei”.

Nel presidio ospedaliero del Valdarno il servizio di partoanalgesia, che ha riscosso un notevole consenso tra le gestanti, concretizzandosi con un aumento progressivo delle richieste del trattamento antalgico sia nel 2020 che nel 2021. “Nei primi 10 mesi del 2020 – spiega il Direttore Uosd anestesia e rianimazione dell’ospedale del Valdarno Emilio Guerra – sono state 40 le donne che hanno richiesto la partoanalgesia, corrispondenti al 7,3% dei parti totali. Nel 2021, a conferma del gradimento del servizio, la percentuale è salita al 12%”.

Il servizio di anestesia garantisce la presenza di un anestesista di guardia disponibile; per tale motivo, l’epidurale presso l’ospedale della Gruccia può essere effettuata h. 24 e viene eseguita, dopo la richiesta della partoriente, in tempi molto brevi. “L’analgesia può essere richiesta in qualunque momento del travaglio, purché sia iniziato, in accordo con l’equipe ostetrico-ginecologica. Questa pratica – conclude Guerra – fa parte di un programma di assistenza alla gravidanza che non si pone come alternativa al parto naturale, ma come mezzo addizionale, che la medicina offre alle madri per poter, in alcuni casi, partecipare con maggior consapevolezza e collaborazione all’evento parto”.

Qualora le future madri volessero avvalersi del servizio il programma prevede:
-informazione (corso preparto con lezione dedicata all’analgesia, opuscolo informativo);
-prenotazione visita anestesiologica presso il CUP dell’ ospedale;
-visita anestesiologica ambulatoriale ogni sabato a partire dalle 8,30;
-rilascio di cartella anestesiologica alla gestante da portare al momento del ricovero.
Le informazioni sono reperibili sul sito aziendale al link
https://www.uslsudest.toscana.it/percorsi-assistenziali/percorso-nascita/ambito-aretino

La partoanalgesia, più comunemente conosciuta come epidurale, ha lo scopo di ottenere una riduzione del dolore fisiologicamente presente durante il travaglio. Ogni donna, una volta informata correttamente può e deve scegliere in piena libertà se ricorrere a tale metodica. Il dolore da parto, percepito e riferito in modo diverso da madre a madre, è influenzato da molte variabili soggettive non è quindi fine a se stesso, ma la sua percezione in corso di travaglio può variare a seconda del contesto culturale, vissuto personale, condizione fisica, mentale e dalle modalità di assistenza al parto, rendendolo più o meno tollerabile. Il dolore associato al travaglio è un segnale del normale e naturale progredire della fisiologia del parto. Fino a qualche tempo fa veniva considerato un dolore che doveva essere percepito e sopportato dalla donna proprio in quanto naturale e quindi non meritevole di alcun trattamento. La diffusione della partoanalgesia in Italia e la introduzione della stessa nei livelli essenziali di assistenza hanno fatto sì che la percezione cambiasse e che ogni ospedale con punto nascita si dotasse di un servizio di partoanalgesia. Seppur peculiarità degli Anestesisti, l’epidurale viene affrontata in modo multispecialistico insieme a ostetriche e ginecologi, ognuno in relazione alle proprie competenze.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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