Si chiama “Life Granatha” e punta alla conservazione delle specie di uccelli di interesse comunitario che nidificano nelle brughiere montane del Pratomagno. Un progetto da oltre un milione di euro in sei anni, per fermare la tendenza alla trasformazione degli ambienti di brughiera, con la rimozione di alberi e arbusti che l’hanno invasa negli anni. E creando le condizioni per l’avvio di una filiera locale per l’utilizzo dell’Erica Scoparia
Salvare alcune specie di uccelli ripristinando l'habitat in cui naturalmente vanno a nidificare, la brughiera del Pratomango. È l'ambizioso obiettivo di un progetto di ampio respiro, dal valore di oltre 1 milione di euro, che avrà una durata di almeno sei anni, e che ha ricevuto importanti cofinanziamenti dall'Unione Europea (circa 800mila euro, il 60% del costo complessivo): si chiama Progetto Life Granatha “Conservazione dell'avifauna di interesse comunitario nidificante nelle brughiere montane della ZPS Pascoli e cespuglieti montani del Pratomagno”, ed è realizzato dalla cooperativa Dream Italia in collaborazione con l’Unione dei comuni del Pratomagno, l’Università di Torino, la cooperativa BetaDue e la Regione Toscana.
Valdarnopost ne aveva già parlato a novembre del 2015, quando il progetto fu approvato per la richiesta di finanziamenti all'Unione Europea. In una approfondita intervista (che potete rileggere qui) i responsabili del progetto avevano spiegato obiettivi e funzionamento di questo piano per salvare, insieme, sia la brughiera che gli uccelli che vi nidificano. A mettere a rischio l'habitat, e di conseguenza anche la sopravvivenza di alcune specie di volatili, è la trasformazione che sta interessando da anni la zona del Pratomagno. Qui, infatti, la brughiera montana che una volta era terreno per attività tradizionali, come la produzione di scope, è stata oggetto di abbandono da parte dell'uomo e ha visto con il tempo l’affermazione del bosco, con l’ingresso di alberi e arbusti.
Queste trasformazioni hanno portato con sé la perdita di habitat riproduttivo di alcune specie di uccelli di interesse conservazionistico, tra cui la magnanina comune (Sylvia undata), la tottavilla (Lullula arborea), l’averla piccola (Lanius collurio), l’albanella minore (Circus pygargus), il calandro (Anthus campestris) e il succiacapre (Caprimulgus aeuropeus); inoltre la chiusura di questi spazi aperti determina la scomparsa di ambienti ideali per la ricerca delle prede per il biancone (Circaetus gallicus) e il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus).
Una tendenza, questa, che il progetto Life Granatha punta ad arrestare. E ora il piano è pronto ad entrare nel vivo. A giugno, il gruppo di lavoro per la progettazione degli interventi di fuoco prescritto ha concluso i rilievi per identificare le aree e valutarne le condizioni morfologiche, di esposizione e la tipologia di vegetazione presente. Oltre 26 ettari di superficie saranno oggetto di interventi di fuoco prescritto, nell’inverno tra il 2017 e il 2018, e gli interventi proseguiranno fino al 2020 interessando ciascun anno, nella stagione invernale, circa 5 ettari di superficie.
Oggi, invece, partono gli incontri con la popolazione locale che risiede nelle frazioni del Pratomagno. Perché il progetto ha un altro obiettivo: avviare una filiera locale per l'uso dell’Erica scoparia che possa garantire, con la produzione e la commercializzazione di scope e altri utensili, una loro gestione continua e duratura. Insomma, riportare l'uomo ad utilizzare gli arbusti tipici delle brughiere, in modo che queste non vengano più abbandonate a sé stesse. Questo pomeriggio alle 17 il primo incontro sarà a Faeto, nel Comune di Loro Ciuffenna. Questi incontri saranno l’occasione, prima dell’inizio degli interventi di ripristino degli ericeti previsti per questo autunno, per condividere con le comunità locali gli obiettivi del progetto e le azioni che saranno realizzate.