24, Aprile, 2024

Papa Francesco riceve in udienza privata i rappresentanti della Casa famiglia Caritas di Montevarchi

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Un incontro emozionante e carico di significati, quello con Papa Francesco: lo hanno vissuto lo scorso 4 febbraio quattro rappresentanti della Casa famiglia Caritas di Montevarchi, che nella stessa giornata hanno vissuto però un altro incontro significativo, quello con un senzatetto. Tutto prende il via il 15 gennaio quando Davide, una persona ospite della Casa Famiglia della Caritas di Montevarchi presso la Chiesa del Giglio, guidata da don Mauro, invia una lettera a Papa Francesco, chiedendo un incontro insieme ai responsabili della struttura. Una lettera come tante ne arrivano ogni giorno a Francesco, ma dal Vaticano arriva prontamente una risposta positiva con l’invito ad andare a Roma subito, venerdì 4 febbraio.

Oggi, a distanza di una settimana, ecco raccolta la testimonianza di questo evento unico e speciale.

“Il piccolo gruppo partito il venerdì mattina presto era composto da don Mauro Frasi, don Andrea Cappelli, Davide Negri Presidente dell’Associazione Indigenti Attenti e Letizia Baldetti, responsabile del progetto Clothest per la valorizzazione abiti di moda con la finalità di aiutare la casa famiglia della Caritas di Montevarchi. Arrivata a Roma la comitiva ha parcheggiato la macchina presso la Chiesa Traspontina, dove si trova la Cappella dedicata a Sant’Andrea Corsini, patrono della Diocesi di Fiesole e lì è avvenuto il primo incontro importante: un uomo di 63 anni senza fissa dimora che don Mauro aveva già conosciuto a settembre del 2021 quando si era recato a Roma per celebrare un matrimonio.

In quell’occasione don Mauro si era fermato a lungo a parlare con tre senzatetto che avevano dormito di fronte alla Chiesa ed erano ancora lì dopo il matrimonio, e aveva proposto loro di raggiungere la Caritas di Montevarchi dove poter essere ospitati, ma senza successo. Anche in questo caso, senza perdere tempo don Mauro ha proposto all’uomo senza fissa dimora di nuovo di venire via in macchina con la comitiva perché lungo la strade del ritorno c’era ancora un posto libero in auto: “Se vuoi basta che tu ti faccia trovare alla macchina intorno alle 13″ gli dice don Mauro. Intanto la comitiva si avvia verso l’incontro con Papa Francesco.

L’udienza è fissata nella Sala del Tronetto nel palazzo apostolico e finalmente avviene l’incontro: Francesco entra nella sala. L’emozione si fa forte, essere lì davanti al Papa è per i 4 fonte di gioia immensa. Le loro brevi presentazioni sulla vita della comunità di Montevarchi, e poi le parole di Papa Francesco “leggete e rileggete Matteo 25, bisogna toccare con mano, farsi toccare dai fratelli poveri, toccare con mano le sofferenze degli altri e ripensare”. 

Il capitolo 25 (versetti 34 – 40) del Vangelo di Matteo riporta queste parole di Gesù: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

In fondo la storia della Casa Famiglia della Chiesa del Giglio di Montevarchi è racchiusa in queste parole che Papa Francesco ha ricordato ai suoi ospiti, perché il farsi toccare dalla sofferenza di chi ha bisogno, è il passo per cambiare la nostra vita personale. E Papa Francesco lo ha ancora ricordato ai quattro visitatori: “Intanto toccate, mi raccomando, toccate con mano le sofferenze degli altri…”

Poi i quattro visitatori hanno lasciato piccole cose in dono a Papa Francesco: il libro “A metà strada” stampato come Caritas Montevarchi con storie di vita e dialogo fra un gruppo di giovani e altre 15 persone trovatesi in difficoltà e senza casa; un depliant stampato di Clothest APS e le tre pagine del Corriere della Sera nell’inserto Buone Notizie per raccontare appunto questo progetto; una immagine della Madonna del Giglio; il Panbriacone del Bonci come prodotto tipico di Montevarchi (il pane come diciamo noi della festa); il poster con la nostra fase di accoglienza, con tutte le firme degli attuali ospiti della casa famiglia.

E’ il momento del commiato, dopo 10 minuti da soli con lui e il tempo che è volato via. Papa Francesco li ha salutati e benedetti uno ad uno, in un susseguirsi di emozioni e anche di lacrime e ha poi ha aggiunto “quello che fai mi tocca, mi emoziona! Andate avanti e pregate per me mi raccomando”. Lungo la strada che conduce alla macchina don Mauro, don Andrea, Letizia e Davide ripensano a quelle parole. Hanno avuto una bella e straordinaria occasione di misericordia, ma la provvidenza non smette mai di sorprendere e ci sono ancora altri incroci di vita da vivere, a compimento di una gita a Roma unica e speciale.

Alle 13, davanti alla Chiesa Traspontina, puntuale e con il trolley, ad aspettarli, c’era una persona in piedi, il barbone salutato poche ore prima, il cui nome è Maurizio, pronto per un suo nuovo viaggio e una sua nuova avventura di vita. Quest’uomo, da quel venerdì 4 febbraio, si trova a Montevarchi, è stato accolto presso la Casa Famiglia Caritas e vive insieme ad altre 30 persone; una singolare e grande famiglia. Sembra quasi che le parole di Papa Francesco abbiano trovato subito una sua concretizzazione lungo la strada del ritorno a casa. Il vento dello Spirito che si muove come e dove vuole, ha permesso questo inaspettato incontro con Francesco e l’incontro con quell’uomo senza casa e senza dimora, pronto a rimettersi in gioco ed a cogliere una nuova possibile occasione di vita. Tutto questo ci piace pensarlo come un buon segno della Provvidenza, in un giorno che è stato speciale, ricco di incontri, di umanità e di nuove speranze”. 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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