L’incontro si tenuto in videoconferenza ed era stato richiesto dalla Conferenza dei sindaci del Valdarno dopo i due incendi di Levane e l’inchiesta della DDA, del Ros e del Noe dei carabinieri che ha coinvolto anche il territorio
A chiederlo sono stati i sindaci del Valdarno aretino dopo i due incendi di Levane e l'inchiesta della DDA, del Ros e del NOe dei carabinieri che ha coinvolto anche il territorio. Il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è così tenuto nella mattina in videoconferenza presieduto dal Prefetto di Arezzo, Anna Palombi. Presenti il Questore, il Comandante provinciale dei carabinieri e della guardia di finanza, il Presidente della Provincia di Arezzo, il Comandante della polizia provinciale, i Sindaci di Montevarchi, Terranuova Bracciolini, Bucine, Cavriglia, Loro Ciuffenna, San Giovanni Valdarno, Castelfranco Piandiscò, Castiglion Fibocchi e Laterina Pergine Valdarno nonché il portavoce del Comitato delle categorie economiche in rappresentanza delle associazioni degli imprenditori dell’area del Valdarno aretino.
Lo scopo del'incontro è stato quello di definire le priorità verso le quali far convergere le strategie di prevenzione e contrasto, nell’ottica di soddisfare le legittime aspettative di sicurezza da parte dei cittadini anche e soprattutto alla luce degli utlimi fatti legati alla criminalità.
"Dall’esame dei dati, riferiti agli anni 2019-2020 ed al primo trimestre del 2021, è emerso un andamento generale della delittuosità in netto decremento, in linea peraltro con il trend nazionale. E’ stato anche fatto il punto sullo stato di funzionamento dei sistemi di videosorveglianza, già esistenti in alcuni punti strategici dei centri abitati, che costituiscono un efficace deterrente a contrasto dei reati. In tale contesto, i Comuni sono stati invitati a dare seguito operativo agli interventi tecnici per attivare il collegamento in rete dei sistemi di videosorveglianza nel Valdarno, di cui è capofila il comune di Terranuova Bracciolini, e di quello con la polizia di stato e l’arma dei carabinieri".
Il Prefetto, poi, ha anche stimolato le associazioni di categoria intervenute a farsi parte attiva nell’installare, anche nelle zone di insediamento dei siti produttivi e nelle aree esterne agli impianti, i sistemi di video allarme e sicurezza antirapina, interconnessi con le forze di polizia, in attuazione degli specifici Protocolli siglati a livello nazionale. Il Questore ha confermato la massima attenzione e consapevolezza sulla tematica della sicurezza pubblica, il Comandante provinciale dei carabinieri ha evidenziato l’importanza del rafforzamento della circolarità delle informazioni da parte dei cittadini, che consente di realizzare il concetto della sicurezza partecipata del territorio.
Il Prefetto ha rimarcato l’importanza di pervenire alla definizione di Protocolli di legalità nel settore degli appalti pubblici e delle pubbliche forniture per "intercettare il proliferare di fenomeni delittuosi, quali il riciclaggio del denaro di provenienza illecita ovvero ogni potenziale forma di aggressione da parte della criminalità organizzata" ed ha richiamato l’attenzione dei Sindaci sull’esigenza di avvalersi di importanti strumenti per un miglior controllo del territorio, proponendo l’attivazione del “Controllo di Vicinato”, che vede protagonisti i cittadini nell’azione di collaborazione con le forze di polizia nonché l’adesione al Protocollo, già firmato con il Comune di Arezzo, “Mille occhi sulla città” che contempla il coinvolgimento degli istituti di vigilanza per una sempre più efficace azione di prevenzione dei delitti.
"Il Presidente della Provincia, i Sindaci ed i rappresentanti delle categorie produttive, hanno espresso al Prefetto l’esigenza di incrementare il livello del controllo del territorio, per fare in modo che la sicurezza realmente assicurata corrisponda il più possibile a quella percepita dalla popolazione locale".
Presente il sindaco di Bucine, Nicola Benini, il cui territorio è stato protagonista degli incendi alla Valentino shoes lab e alla Lem e che è stato coinvolto nell'inchiesta della DDA, del Ros e del Noe dei carabinieri ha commentato: “E’ stato un momento di confronto molto utile anche perché ci è stato comunicato in via ufficiale i primi esiti delle indagini, con il divampare delle fiamme alla Valentino che è riconducibile a cause accidentale a differenza della Lem e questo è sufficiente a scongiurare l’ipotesi di un collegamento fra i due fatti. Per quanto riguarda le indagni sulle infiltrazioni mafiose che a Levane coinvolgono gli impianti di frantumazione – aggiunge Benini – sono ancora in fare gli approfondimenti delle procure. Quello che ho voluto sottolineare è che il mondo produttivo del Valdarno è sano e vogliamo e cosi rimanga”.
Intanto Benini ha annunciato di voler effettuare un campionamento dei pozzi presenti nella zona di Levane.