24, Novembre, 2024

Ordinanze anti-botti, il punto in Valdarno. Mentre le Prefetture fanno i conti con la circolare del Ministero

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Solo Cavriglia e Montevarchi hanno emesso, in Valdarno, l’apposita ordinanza: comunque limitata ai luoghi pubblici e solo per un preciso arco di tempo. La materia sarebbe però competenza delle Prefetture, che prima di Natale hanno ricevuto un’apposita circolare del Ministero. E se queste ordinanze venissero impugnate, probabilmente il Tar accoglierebbe i ricorsi

Finisce al centro di una complicata rete di competenze e legittimità, la questione dei botti di Capodanno. Perché se da un lato c'è il tentativo dei sindaci di molti comuni di limitarli, per l'incolumità pubblica ma anche per evitare grossi spaventi agli animali, dall'altra c'è la legislazione nazionale che pone dei limiti precisi entro cui i primi cittadini possono muoversi. Lo dimostra il caso di Roma, dove l'ordinanza è stata sospesa dopo un ricorso al Tar. 

In Valdarno, sono soltanto due i comuni che hanno emesso queste ordinanze.

Il comune di Montevarchi l'ha fatto dopo aver ricevuto l'avvallo della Prefettura, e limitando lo stop ai fuochi d'artificio soltanto al cuore del centro storico, e soltanto dalle ore 20 del 31 dicembre alle ore 3 del mattino del 1 gennaio 2017: in pratica, in concomitanza con i festeggiamenti del Capodanno in piazza Varchi.

L'altro è stato il comune di Cavriglia, che ha disposto il divieto dalle ore 14 del 31 dicembre alle ore 07 del 1 gennaio di scoppiare fuochi d'artificio ai "non titolari di licenza di cui all’art. 57 del TULPS, né autorizzati all'attuazione di manifestazioni pirotecniche in luoghi pubblici", in luogo pubblico o di uso pubblico, e nei luoghi privati da cui possano essere raggiunte o interessate direttamente aree e spazi ad uso pubblico. 

Entrambe le ordinanze, insomma, sono strettamente limitate in tempo e spazio, perché la questione è che l'articolo 54 del Dl del 2000, a cui si rifanno le ordinanze, "riconosce al Sindaco, quale Ufficiale di Governo, il potere di adottare provvedimenti, anche contingibili e urgenti, al fine di prevenire e eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana". Una situazione che deve essere insomma temporanea: non si può piazzare un divieto generale su tutti i fuochi (leciti) e ovunque, e su una situazione che è nota e si ripete ogni anno.

Il Ministero, nei giorni scorsi, ha inviato a tutte le Prefetture una circolare in cui si ricorda proprio questo carattere di straordinarietà e urgenza, e si sottolinea che gli articoli pirotecnici legali non possono essere vietati, mentre si possono adottare misure per i fuochi illegali, per combattere l'abusivismo e riservati all'uso professionale e non privato, proprio per evitare che qualcuno si faccia male. Ha inoltre ribadito che la competenza in materia è del Prefetto, e non dei sindaci. Ogni Prefettura, poi, trattandosi appunto di una circolare, ha agito autonomamente, autorizzando alcune ordinanze come ad esempio quelle dei due comuni valdarnesi. 

Ciò non toglie che, se queste ordinanze venissero impugnate, molto probabilmente il Tar accoglierebbe il ricorso, proprio come è accaduto a Roma, e come è avvenuto in passato per altri comuni d'Italia, per abuso di potere da parte dei sindaci. A questa rilevazione, occorre comunque aggiungerne un'altra più pratica: spesso ordinanze del genere sono di difficile applicazione, specie se vengono applicate all'intero territorio comunale, per la necessità di effettuare controlli stringenti. 

Anche per questi motivi, altri sindaci anche in Valdarno hanno scelto un'altra strada, quella della sensibilizzazione: un appello al senso civico lo ha lanciato nei giorni scorsi il sindaco di Rignano, Daniele Lorenzini, che ha chiesto a tutti il rispetto delle altre persone e anche degli animali; e oggi anche la sindaca di Pergine, Simona Neri, si è rivolta ai suoi concittadini: "Confido nel vostro senso di responsabilità e nel rispetto delle normative già esistenti che disciplinano la sicurezza e l’incolumità pubblica anche per quanto riguarda l’accensione di fuochi artificiali e di altri materiali esplodenti. Invito tutti a limitare il più possibile il loro utilizzo, soprattutto in luoghi affollati, centri abitati o di aggregazione sociale delle nostre comunità perchè certamente si possono creare disagi e disturbi a persone e animali domestici e selvatici, oltre che danni al patrimonio pubblico". 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati