Forni, generi alimentari, supermercati e tabaccai chiusi nei giorni di Pasqua e Pasquetta. Confcommercio: “Provvedimento folle e irrispettoso di aziende e clienti”
Tutto chiuso per due giorni: compresi anche forni, negozi di generi alimentari, supermercati e tabaccai. Aperte soltanto farmacie, parafarmacie e rivendite di giornali. A decidere la stretta di Pasqua e Pasquetta, il presidente della Toscana Eugenio Giani con un’ordinanza per domenica 4 e lunedì 5 aprile.
La scelta, spiegano dalla Regione, deriva dalla necessità di limitare comportamenti e assembramenti che potrebbero accrescere il rischio di diffusione dell’epidemia da Covid-19, alla luce del numero di contagi ancora alti e della particolarità diffusività delle varianti al momento presenti.
Da qui la decisione di chiudere anche i generi alimentari: "Il fatto di uscire dalle proprie abitazioni per fare acquisti, o anche di consumare in spazi pubblici – si legge nell’ordinanza – potrebbe determinare situazioni tali da pregiudicare le misure invece necessarie per arginare la diffusione della pandemia".
I negozi di generi alimentari e di prima necessità potranno raccogliere ordini online o telefonici e consegnare i prodotti al domicilio del cliente. Sarà vietato farlo presso l’esercizio commerciale. Bar e ristoranti potranno invece restare aperti per assicurare l'asporto e il domicilio, come previsto dalle disposizioni nazionali per le zone rosse.
Rabbia di Confcommercio per questa decisione: "Non discutiamo l’opportunità o meno del provvedimento preso di gran fretta oggi dalla Regione Toscana, ma biasimiamo aspramente il metodo di lavoro adottato dalla giunta regionale: diffondere senza alcun preavviso una delibera del genere, che a poco più di 24 ore dalla Pasqua decide la chiusura totale delle aziende commerciali, denota una mancanza assoluta di rispetto e di riguardo nei confronti delle imprese e dei loro clienti", dice il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.
"Chiudono supermercati e piccoli negozi di alimentari, macellerie, gastronomie e rosticcerie, che con i ristoranti impossibilitati a lavorare normalmente erano sotto pressione per le vendite alle famiglie: tutti apprendono ora che non potranno lavorare né a Pasqua né a Pasquetta. Ma, udite udite, è consentita loro la consegna a domicilio. Così, se non vogliono perdere le prenotazioni ricevute, in pochissime ore devono mettere in piedi un servizio di consegne al domicilio dei clienti, quelli che sarebbero venuti in negozio a ritirare quanto ordinato. E cosa faranno con le scorte di prodotti preparati per chi non aveva prenotato nulla? Per la Regione, che si arrangino pure. Ci pare una cosa inaudita, in un momento del genere".
L’ordinanza obbliga alla chiusura pasquale l’intero comparto del commercio, non solo negozi di generi alimentari ma anche tabaccai e fioristi, che invece sarebbero stati autorizzati all’apertura anche in zona rossa.
Apprezza invece il provvedimento la Cgil, con le parole di Stefano Nicoli, segretario generale Filcams Cgil Toscana: “Apprezziamo davvero la scelta della Regione Toscana, che risponde a una richiesta lanciata dai sindacati. E’ un’azione necessaria per la tutela di lavoratori e cittadini. Ma purtroppo non basta. Ci stiamo battendo da tempo, perché necessario, per contingentare le aperture e gli orari nei punti vendita. La gente deve comprendere che fare la spesa non è una buona scusa per uscire. Chiediamo che la Regione emani un’ordinanza di chiusura per le attività commerciali anche per il 25 aprile e Primo maggio perché i lavoratori del commercio possano festeggiare degnamente la Liberazione e la festa dei lavoratori, anche se in modalità Covid19, e perché possano avere un momento di ristoro. Per loro, come per tutti i lavoratori che svolgono l’attività che li espone al rischio di contagio, chiediamo un impegno forte per la campagna vaccinale. Lavoratrici e lavoratori del commercio hanno svolto con responsabilità e abnegazione la loro mansione ma è necessario agire per la loro sicurezza e per quella dell’intera collettività”.