Si è chiusa questo fine settimana la prima tappa dell’esposizione, che è pronta a spostarsi dal Palazzo Pretorio di Figline al Museo Mine di Cavriglia
Sono state 600 le persone che hanno visitato la mostra “Una miniera per il Valdarno. Comunità, lavoro e paesaggi fra Cavriglia e Figline” che fino a ieri è rimasta aperta gratuitamente al Palazzo Pretorio di Figline. 139 visitatori provenivano dalle scuole del territorio e hanno avuto accesso alle visite guidate curate da Paola Bertoncini, direttrice del Museo Mine di Cavriglia. E proprio qui la mostra rimarrà esposta dal 23 novembre al 29 dicembre (orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13; sabato e domenica dalle 15 alle 18).
L’iniziativa è patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze, dalla Provincia di Arezzo e della Regione Toscana e promossa dal Comune di Figline e Incisa Valdarno, dal Comune di Cavriglia e dal Museo Mine, in collaborazione con il Circolo Fotografico Arno e con il collezionista Emilio Polverini.
In esposizione, prima a Figline e a breve a Cavriglia, foto, lignite, documenti vari, video, manufatti e strumenti da lavoro in miniera, attraverso cui far rivivere la storia del territorio, dei suoi lavoratori e di coloro che risiedevano nel territorio negli anni di attività del bacino minerario. Inoltre, grazie anche ai momenti di approfondimento collaterali alla mostra (come le visite guidate organizzate in occasione di Autumnia 2019 e la presentazione del libro “San Donato in Avane, il paese ritrovato” di Filippo Boni), è stato possibile focalizzare l'attenzione su come la presenza delle miniere abbia avuto un impatto sulla comunità valdarnese e sul suo paesaggio, oltre che di riflettere su come i siti estrattivi (ormai dismessi) possano essere riqualificati e riutilizzati.
“Siamo molto soddisfatti dell’interesse che questa mostra, principalmente fotografica, ha suscitato nei visitatori, residenti sul territorio e non – ha commentato l’assessore alla Cultura, Francesca Farini -, e dei commenti che abbiamo letto nel registro delle presenze, posto all’ingresso dell’area espositiva. In molti hanno scritto che visitare la mostra è stato un modo per conoscere la storia del proprio territorio, per altri è stata invece un’occasione per tramandare i ricordi di una generazione, di cui hanno fatto parte in prima persona o alla quale apparteneva un parente o un nonno. Ed è proprio come un momento di condivisione e di recupero della memoria collettiva che abbiamo concepito questa mostra, dal momento che fino a qualche decennio fa per alcune frazioni di Figline la miniera non è stata solo luogo di lavoro e, quindi, di sostentamento, ma anche di socializzazione, di emancipazione e di difesa dei propri diritti. Inoltre, la presenza di questi siti minerari ha profondamente mutato il paesaggio circostante, al confine con il Comune di Cavriglia, con il quale abbiamo avviato una collaborazione per cercare di valorizzarlo attraverso progetti condivisi. Grazie, quindi, a chi si è impegnato insieme a noi nel portare avanti questo lavoro di squadra, per far rivivere un pezzo della nostra storia”.