Cercapersone che vibrano al polso dei lavoratori dell’Obi se un cliente ha bisogno di assistenza: un esperimento che sarebbe allo studio a Piacenza, e che ha fatto scatenare i sindacati. Uil e Cgil dicono no al controllo a distanza. Ma in Toscana non c’è ancora nessuna proposta del genere
Braccialetti che vibrano al polso dei dipendenti, quando un cliente chiede assistenza. Un esperimento che, da quanto è emerso negli ultimi giorni, interesserebbe la Obi di Piacenza. E che ha fatto scatenare le proteste dei sindacati.
La prima cosa da chiarire è che in Toscana, e quindi a Montevarchi, la proposta al momento non c'è. Lo dice anche la Cgil: "Nei punti vendita OBI della Toscana il problema non si è posto", precisa il Coordinamento regionale Filcams-Cgil dei delegati OBI BBC Srl.
Ma i rappresentanti dei lavoratori mettono le mani avanti: "La Filcams-Cgil ha nei punti vendita della Regione la quasi totalità di iscritti e quindi, qualora si dovesse presentare questa situazione, la analizzeremo ponendo, con la forza della nostra rappresentanza, la condizione del pieno rispetto dei principi contenuti nello Statuto dei Lavoratori, della dignità del lavoro e della garanzia di poter lavorare in totale sicurezza e nella piena tranquillità".
Il Coordinamento Regionale Filcams-Cgil della Toscana dei delegati OBI BBC Srl ribadisce "l’assoluta contrarietà alle misure contenute nel Jobs Act che favoriscono il controllo a distanza dei lavoratori da parte delle Aziende e si opporrà a qualsiasi iniziativa volta a peggiorare le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori addetti presso i punti vendita OBI della Regione Toscana, mettendo in campo tutti gli strumenti volti alla loro tutela".
A scoperchiare il vaso era stato però il segretario generale della UilTusc Toscana Marco Conficconi: "Questa è una prevaricazione umiliante, che ha il gusto della sottomissione, della costrizione, non certo dell'efficienza professato dall'azienda". Conficconi aveva contestato l'accordo sottoscritto dalla Rsa della Filcams a Piacenza, "Queste apparecchi ricordano molto quelli pensati per i carcerati, più che per dei commessi, sono denigranti nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici".
E la Filcams replica: "Contro i tentativi di strumentalizzazione messi in atto a mezzo stampa da parte della Uiltucs, rassicuriamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori che la Filcams-Cgil continuerà, come sempre ha fatto, a confrontarsi con l’Azienda nel merito della situazione e delle prospettive aziendali e dell’organizzazione del lavoro".