Si fermano i lavori avviati per creare un’alternativa alla Sp16, tra Figline e Greve, chiusa da febbraio in seguito ad una frana. A denunciare lo stop è Rifondazione, che presenta una domanda d’attualità alla Provincia: “Ora nessuno può fare una valutazione sui tempi; ogni attività annunciata viene smentita il giorno successivo”
Sono sospesi i lavori di realizzazione del bypass alla Sp16, quella soluzione alternativa annunciata dalla Provincia di Firenze per riaprire la circolazione fra Figline e Greve, bloccata dal 17 febbraio scorso a causa di una frana. Condizioni di lavoro rese difficili proprio dalla presenza del versante franoso hanno costretto, per il momento, a fermare l'intervento.
La denuncia di questo stop arriva dai consiglieri provinciali di Rifondazione, Andrea Calò e Lorenzo Verdi, che in merito hanno presentato una domanda di attualità al Presidente della Provincia, Andrea Barducci. "Arriva un nuovo colpo di teatro sui lavori che interessano Sp 16: la frana, tutt’ora in movimento, sta causando gravissimi disagi e criticità. Interrotti i lavori per la realizzazione del bypass, ancora una volta saltano tempi, progetti e cronoprogramma".
"La Sp 16 – ricordano i due consiglieri – è una strada strategica, ad alta percorrenza viaria e rappresenta una arteria di grande collegamento per le popolazioni di Figline e Greve in Chianti oltre che per l'insieme del tessuto produttivo e sociale esistente. La realizzazione del bypass è una soluzione provvisoria adottata dagli Enti in attesa che il fronte della frana si assesti e la stessa Provincia possa intervenire per ripristinare l’agibilità dell’importante arteria".
È stata la stessa Amministrazione provinciale, spiegano Calò e Verdi, a comunicare ai comuni "l’impossibilità a realizzare un allargamento della strada come previsto in quanto non è sicuro. Dunque i tecnici dovranno ora passare più a monte e realizzare un tracciato diverso. Non viene comunque scartata l’ipotesi di realizzare il bypass entro Pasqua". Non facile, dunque, trovare un passaggio alternativo che non risenta delle conseguenze della frana in atto.
"Come avevamo più volte evidenziato – commentano i due consiglieri – siamo in presenza di uno smottamento complesso dal punto di vista geologico perché i cedimenti si hanno in orizzontale che in verticale. La Provincia ha più volte dichiarato di essere pronta a predisporre un progetto di consolidamento e ripristino che però dovrà per forza partire dal momento in cui il movimento franoso avrà arrestato la sua corsa: occorrerà rimuovere il materiale franato, allestire opere di ripristino a valle e poi ricreare la piattaforma stradale. Un intervento che avrà costi nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro".
Intanto, però, il disagio resta. Per questo Calò e Verdi chiedono a Barducci di fare chiarezza. "Ora più nessuno è in grado di fare una valutazione sui tempi poiché ogni cronoprogramma annunciato è stato smentito il giorno successivo. Si tratta di una situazione insostenibile poiché i percorsi alternativi di fatto allungano incredibilmente gli spostamenti. Una comunità bloccata, in affanno e in alcuni casi in difficoltà, come testimoniano le imprese e le attività ricettive".
"Come Rifondazione comunista, nell'esprimere la propria preoccupazione per il persistere della chiusura della Sp 16 e sulle frane ancora non risolte, a fronte di questo nuovo blocco dei lavori per la realizzazione del bypass, chiediamo alla giunta provinciale di riferire sulle condizioni di detta strada provinciale, sui controlli e monitoraggi effettuati, sugli interventi predisposti per la rimozione della frana e sulle nuove problematiche insorte nei lavori in corso, sulle risorse impegnate, se corrisponde a vero che il bypass sarà comunque realizzato entro Pasqua, e quali sono i tempi previsti per la sua definitiva riapertura".