Dopo lo sgombero del DonChisciotte di Vacchereccia il collettivo e altre realtà si trasferiscono nell’area industriale di Bomba, in un immobile dato in gestione dall’Amministrazione comunale
Dopo lo sgombero del DonChisciotte di Vacchereccia, il collettivo Bujanov ed altre realtà vicine, si stanno organizzando per continuare la loro esperienza di autogestione. Lo faranno nell'area industriale di Bomba, in un immobile dato in gestione dall'Amministrazione comunale di Cavriglia.
"Siamo stati tutti testimoni, lo scorso Marzo, del tentativo di azzeramento di 25 anni di percorso politico, sociale e culturale (dagli Antinebbia in poi) che aveva trovato nel centro di Vacchereccia la sua sintesi sul territorio. Il DonChisciotte infatti, era un laboratorio di idee e pratiche slegate dalla logica del profitto, aperto a tutti/e. Un presidio antifascista, attento alla conservazione della memoria ed al monitoraggio dei nuovi fenomeni di razzismo e xenofobia. Dopo volantini, comunicati, incontri/scontri con gli amministratori locali, siamo riusciti a creare un fronte sensibile che riunisce tutti quei soggetti che hanno partecipato più o meno attivamente all’esperienza del “vecchio” centro. Grazie a chi insieme a noi, nei momenti critici dello sgombero, non ha mollato e si è speso perchè quello che era stato etichettato “degrado” non venisse archiviato e dimenticato".
Adesso il trasferimento: "Ad oggi, il comune di Cavriglia ci ha dato in gestione un immobile nella zona industriale di Bomba (Cavriglia), l’ennesimo, in questi decenni, costruito e poi lasciato ancora inutilizzato, all’incuria. C’è ancora molta strada da fare per riempire il nostro nuovo centro, oggi più consapevoli di quanto sia prezioso. Il nostro “degrado” vuole contenere tutto: attività culturali senza padroni e padrini, riflessioni sulle contraddizioni della nostra società, solidarietà attiva alle lotte dei lavoratori, dei disoccupati e dei nuovi precari, sempre contro il fascismo e solidali ai popoli oppressi".
"Stiamo lavorando da alcuni mesi nella nuova struttura di Bomba, non senza difficoltà: burocrazia, tempo che non basta mai, noi che siamo pochi ma non demordiamo. Siamo pronti a ricominciare; non avremmo mai smesso, in verità. Forse il centro cambierà nome ma non cambierà la sua anima. Come sempre l’assemblea è aperta a chi ha voglia di mettere mani (i lavori!), cuore e cervello in questa esperienza di socialità reale. Ma va bene pure passare a fare un saluto. Noi ci siamo ancora, ogni Martedi sera (le 21 più o meno) a Bomba".