23, Dicembre, 2024

Il Consorzio illustra il Contratto di Fiume “Abbraccio d’Arno”: cura, manutenzione, rischio idraulico e biodiversità

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Rischio, cura, manutenzione, biodiversità dei corsi d’acqua: sono i temi su cui si sono confrontati con il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, amministratori pubblici, ordini professionali, associazioni, imprese, nel corrso della prima riunione in presenza del Contratto di Fiume Abbraccio d’Arno, percorso partecipativo per ridisegnare in modo condiviso l’ambiente fluviale compreso tra la Chiana e il Valdarno.

Un incontro di fronte a Ponte a Buriano, in un luogo simbolo dell’arte, della storia, dell’ambiente, ma anche della violenza e della furia dell’Arno e della delicata convivenza con la diga, si è parlato della necessità di dare attuazione al piano per la messa in sicurezza dell’area, della conflittualità scatenata dalla proposta di innalzamento dell’invaso della Penna, dell’importanza di conservare la bellezza del fiume e dell’urgenza di intervenire per evitare che il suo stato di salute, biologico e idraulico, possa essere compromesso.

Il confronto è stato introdotto da Serena Stefani, Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, che ha illustrato obiettivi e organizzazione del contratto di fiume, evidenziando l’attenzione dell’ente per i processi di sviluppo che partono dagli attori del territorio e dal Direttore Generale Francesco Lisi che si è soffermato sulle importanti prospettive aperte dalla nascita e dalla realizzazione di un progetto di sviluppo, non solo ambientale ma anche sociale ed economico, dell’area oggetto del progetto.

E’ stato Gualberto Gualdani, presidente dell’Associazione Borghi d’Arno, a ripercorrere la storia di una zona, ripetutamente segnata dalle alluvioni, e a stimolare una riflessione sulle diverse “ricette” messe a punto negli anni per superare criticità idrauliche storiche, ma ancora tutte da attuare. Hanno poi preso la parola Luca Mattioli che ha candidato l’Associazione Rondine Cittadella della Pace a svolgere un prezioso ruolo di mediazione; Elisabetta Dreassi per l’Ordine degli Architetti, che ha messo in luce l’importanza del ruolo svolto dai professionisti nella pianificazione del territorio; il vice sindaco del comune di Terranuova, Mauro Di Ponte che ha richiamato l’importanza dell’attività di prevenzione e mitigazione del rischio idraulico svolta dal Consorzio con la manutenzione ordinaria, da implementare con risorse ad hoc, e dell’utilità di interventi straordinari per migliorare la capacità di contenimento di fiumi e invasi. Alessandro Forzoni, dirigente del Comune di Arezzo, ha sottolineato la difficoltà operativa creata dalla frammentazione delle competenze e, richiamando l’attenzione sul problema degli scarichi, ha indicato la necessità di un progetto di respiro regionale per il miglioramento della qualità delle acque superficiali con la previsione di investimenti materiali e di supporto economico a soggetti privati e gestori. Vasco Macconi dell’Associazione Borghi d’Arno ha lanciato un invito preciso a valorizzare sotto tutti gli aspetti l’ambiente fluviale. Marco Morbidelli, consigliere delegato del Presidente della Provincia di Arezzo, ha sottolineato l’attenzione politica per i percorsi partecipativi promossi dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, che hanno avuto l’adesione formale dell’ente; ha richiamato l’impegno della Provincia per la costruzione del futuro ponte sull’Arno e ha concluso, invitando tutti i soggetti presenti, ad assumersi responsabilità precise. Maria Luisa Lapini e Anna Testi del comitato Valle delle Piagge hanno apprezzato l’idea del contratto di fiume come momento di dialogo e confronto con le istituzioni, di collaborazione tra pubblico e privato, di sviluppo economico e di prospettive occupazionali, di valorizzazione dell’acqua come bene comune. Riccardo Carnesciali, in rappresentanza del comune di Castiglion Fibocchi, ha evidenziato la centralità del territorio del suo comune e lo ha candidato al ruolo di regista delle iniziative che prenderanno forma nel territorio interessato dal Contratto di Fiume. Gherardo Cavigli di Borghi d’Arno ha posto l’accento sull’importanza di fare sintesi e di portare avanti in modo condiviso le proposte.

In chiusura dell’incontro, in equilibrio sulla sua tavola, dal fiume, Federico Bossini dell’Associazione Arno Sup, ha lanciato un messaggio ben preciso: “Solo se l’Arno resta com’è io potrò continuare a lavorare”. Efficace e applaudito il suo invito all’impegno collettivo per conservare la qualità e la sicurezza del fiume, requisiti indispensabili per quanti nell’area vivono, lavorano, vengono in vacanza. E lui che, a piedi e a bordo dei sup, accompagna ogni giorno tanta gente a scoprire le bellezze naturali e artistiche della zona lo sa bene.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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