19, Aprile, 2024

Mozione di sfiducia del gruppo Pd verso il Presidente del consiglio. “Questo epilogo rammarica tutti”

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La mozione, già depositata, è stata firmata da 8 consiglieri della maggioranza su 10. Secondo lo Statuto del Comune l’approvazione del documento implica la revoca del Presidente del consiglio

Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. Dopo, infatti, varie vicende succedutesi nel Comune di Figline Incisa il gruppo consiliare del Pd ha depositato una mozione di sfiducia nei confronti della Presidente del consiglio Cristina Simoni.  L'hanno firmata 8 consiglieri su 10.

"Tale richiesta, condivisa anche dall’Unione Comunale di Figline e Incisa e dal Partito democratico metropolitano, arriva dopo molti mesi di discussione interna attorno ad alcuni comportamenti mai condivisi con il gruppo di maggioranza e messi in essere dalla Presidente Simoni nel suo ruolo di rappresentante istituzionale. In ultimo, giovedi 12 luglio, i consiglieri comunali si sono alzati facendo cadere il numero legale in consiglio comunale come messaggio di profondo disagio nei confronti della situazione, ma anche tale atto è caduto inascoltato. Da qui l’extrema ratio della sfiducia".

I motivi noti dell'attrito risalgono al mese di giugno quando la Presidente Simoni, nel corso del consiglio comunale, comunica di aver ricevuto "un gesto violento", sembra uno spintone, dall'assessore Mattia Chiosi. Parte d'ufficio la denuncia. Dal canto suo l'assessore Chiosi querela la Presidente del consiglio e si dimette dall'incarico. Nella seduta consiliare del 12 luglio Giunta e consiglieri della maggioranza abbandonano l'aula facendo mancare il numero legale per proseguire.

Adesso la mozione di sfiducia che sembra avere motivazioni ancor più radicate nel tempo e che secondo lo Statuto comunale implica automaticamente, se approvata, la revoca dell'incarico a Cristina Simoni. "Il Presidente ed il Vice Presidente possono essere revocati con motivata mozione di sfiducia concernente ragioni di natura meramente istituzionale, a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio".

Scrive il gruppo Pd firmatario del documento: “La presidente Simoni nell’ultimo anno ha più volte agito in un modo che riteniamo inadeguato all’incarico istituzionale da lei ricoperto, mettendo in essere comportamenti atti ad ottenere una propria visibilità individuale, piuttosto che ad agire nell’interesse della comunità, andando sovente a screditare pubblicamente l’operato di una amministrazione di cui anche lei fa parte. Numerosi e di vario livello sono stati i tentativi di natura politica esperiti per cercare di condividere maggiormente l’operato della Presidente, anche al fine di riportare una maggiore serenità nel lavoro del gruppo consiliare. Tuttavia la Presidente non ha mostrato alcuna capacità di ascolto nei confronti del disagio dei consiglieri e si è reso, quindi, necessario procedere con un atto di tale gravità".

"Ci rammarica tutti moltissimo questo epilogo, ma in una comunità politica come il Partito Democratico, in cui si discute anche aspramente, si deve essere capaci di procedere con unità e condivisione. Chi mette sempre e solo se stesso davanti alla propria squadra di appartenenza non può deteriorare il lavoro costantemente portato avanti dagli altri anche in questa difficile situazione.”

 

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